Alla fine di dicembre 2025, Amazon ha comunicato all’Enac la sospensione, con effetto immediato, del progetto Prime Air nella piattaforma logistica di San Salvo, in Abruzzo, e la rinuncia alla certificazione come operatore Luc. L’Autorità aeronautica ha definito la decisione “inattesa”, perché arriva dopo il primo volo di prova del drone Mk-30 effettuato il 4 dicembre 2024 e mentre il programma si avvicinava alla fase preparatoria per un avvio commerciale indicato, nelle comunicazioni precedenti, per la primavera del 2026.
Secondo quanto riportato da Enac nel proprio comunicato, Amazon ha riconosciuto il lavoro svolto con le autorità italiane ma ha motivato la scelta con ragioni di politica aziendale, aggiungendo che il lancio delle operazioni commerciali e la richiesta di certificazione saranno avviati in un altro Stato membro dell’Unione Europea. Nella posizione pubblica dell’azienda, la sospensione viene invece ricondotta a una “revisione strategica” e a un contesto operativo italiano che “al momento” non offrirebbe le condizioni necessarie per gli obiettivi di lungo periodo del servizio, pur rivendicando collaborazione positiva con Enac ed Enav e confermando la continuità dei programmi negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
La parabola italiana di Prime Air iniziò nell’ottobre 2023, quando Amazon annunciò che l’Italia sarebbe stata il primo Paese europeo selezionato per il servizio, con San Salvo come sito pilota collegato al polo logistico inaugurato il 1 agosto 2022. In quella fase la società indicò una copertura iniziale su tredici comuni tra Abruzzo e Molise e presentò il Mk-30 come piattaforma in grado di consegnare pacchi fino a 2,3 chilogrammi entro un raggio di 12 chilometri dal centro operativo. Il test del 4 dicembre 2024, autorizzato nell’area dedicata,rappresentò un passaggio tecnico e regolatorio rilevante perché validava, almeno nella dimostrazione iniziale, l’architettura di volo e i sistemi di rilevamento ostacoli citati da Amazon e richiamati anche nelle dichiarazioni istituzionali diffuse in quell’occasione.
Il punto di rottura si colloca nel dicembre 2025. La comunicazione di fermo ad Enac è datata 27 dicembre 2025, pochi giorni dopo che Amazon ha definito un accordo con l’Agenzia delle Entrate (10 dicembre) per un versamento complessivo di 723 milioni di euro, somma che include 511 milioni di euro attribuiti ad Amazon Sarl per la chiusura delle contestazioni Iva sul marketplace e 212 milioni di euro versati da società del gruppo per un filone distinto relativo alla gestione della manodopera nella distribuzione. Nella lettura emersa sulla stampa nazionale, il contenzioso milanese sulla presunta frode Iva 2019-2021, inizialmente quantificata in 1,2 miliardi di euro con un’esposizione potenziale fino a 3 miliardi di euro considerando sanzioni e interessi, costituisce un elemento di pressione istituzionale e reputazionale. Amazon ha respinto le accuse e, nel commentare l’accordo, ha richiamato il tema dell’imprevedibilità normativa e dei procedimenti prolungati come fattori che incidono sull’attrattività degli investimenti, posizionando quindi la vicenda anche sul terreno del rischio regolatorio percepito.
Sul piano operativo, l’interruzione italiana s’inserisce in un quadro internazionale non lineare. Negli Stati Uniti Prime Air ha avviato consegne commerciali nel 2022, ma ha anche chiuso siti e sospeso temporaneamente attività per criticità tecniche e per l’impatto acustico segnalato da residenti, nonostante l’evoluzione del Mk-30 sia stata presentata come un salto in avanti proprio sulla rumorosità. Nel Regno Unito, l’indicazione di Darlington come primo sito è arrivata con prudenza, senza una tempistica di lancio vincolante e con un percorso autorizzativo ancora da completare presso la Caa. Letto in questa cornice, il fermo di San Salvo non appare quindi solo un episodio locale.
I dettagli tecnici del drone Mk-30 aiutano a capire anche i vincoli economici del servizio. Il drone, indicato come velivolo elettrico a decollo e atterraggio verticale, viene descritto con un peso complessivo di 35,5 chilogrammi e un carico utile fino a 2,3 chilogrammi, con quota di volo tra 55 e 115 metri e rilascio del pacco a circa 4 metri. Nelle stime riportate, la capacità giornaliera potrebbe arrivare fino a 168 voli in otto ore, ma il perimetro di 12 chilometri e il limite di peso restringono la platea di ordini compatibili. In termini di logistica dell’ultimo chilometro, ciò significa che la tecnologia tende a funzionare come canale addizionale su segmenti specifici, più che come sostituto generalizzato della distribuzione su strada. Ne deriva che la sostenibilità richiede densità di domanda, mix prodotti adatto e processi d’integrazione magazzino-trasporto molto efficienti, altrimenti l’investimento rischia di restare confinato in una sperimentazione ad alto costo unitario.
Per il territorio, l’effetto immediato è soprattutto di posizionamento. San Salvo aveva costruito attese attorno alla combinazione tra un grande polo logistico e una sperimentazione avanzata sull’ultimo chilometro, in un’area in cui la presenza industriale di Amazon aveva già generato oltre mille posti di lavoro a tempo indeterminato. Il fermo della sperimentazione dei droni non modifica necessariamente l’operatività del magazzino, ma riduce la probabilità che si sviluppino, nel breve periodo, competenze specialistiche locali in integrazione aeronautica, gestione del traffico a bassa quota e manutenzione di flotte autonome collegate a un centro di distribuzione.
Resta poi il nodo infrastrutturale: il primo gennaio 2026 è previsto l’avvio di U-space San Salvo, indicato come primo U-space europeo, sviluppato con il contributo di D-flight, Enav e attori territoriali. U-space è un insieme di servizi digitali per gestire operazioni di droni a bassa quota e integrare traffico con equipaggio e senza equipaggio, con livelli di servizio progressivi che includono registrazione e identificazione elettronica, pianificazione e approvazione dei voli, informazioni dinamiche sullo spazio aereo e funzioni evolute di gestione capacità e conflitti.
Senza un utilizzatore industriale di scala come Amazon, l’infrastruttura resta disponibile per ricerca e sviluppo, emergenze e impieghi professionali, ma la domanda di fondo diventa economica: quali operatori genereranno volumi e ricavi tali da giustificare gestione e manutenzione di un sistema sofisticato in un’area non metropolitana. In prospettiva logistica, l’U-space può essere un abilitatore anche per usi diversi dal recapito al consumatore, come trasporto sanitario urgente, ispezione di infrastrutture e supporto alla protezione civile, ma ogni caso d’uso richiede catene operative, responsabilità e modelli tariffari propri.
L’Italia perde così l’occasione di essere il primo mercato europeo di Amazon per consegne commerciali con droni, nonostante un percorso autorizzativo che, almeno nella fase iniziale, era stato presentato come collaborativo e avanzato. Il passaggio di avvio in un altro Stato membro, se confermato nei fatti, sposta altrove anche l’effetto dimostrazione che avrebbe potuto attrarre fornitori, competenze e investimenti collegati alla mobilità aerea avanzata applicata alla logistica. In parallelo, la coincidenza temporale tra stop del progetto e accordo fiscale rafforza l’idea che, per operatori globali, la stabilità percepita del quadro regolatorio e tributario possa incidere direttamente sulla localizzazione dei programmi sperimentali, soprattutto quando questi programmi non sono ancora profittevoli e competono internamente per risorse con altre priorità aziendali.
Michele Latorre

































































