L’Albo Nazionale degli Autotrasportatori è formato da tutte le imprese di autotrasporto in conto terzi, che vi s’iscrivono a titolo individuale. Però esso comprende anche una sezione speciale dedicata ai consorzi. Finora mancava però un’altra importante forma di aggregazione: la Rete d’imprese, un istituto più recente dei consorzi (è stato creato nel 2009) che rispetto a questi ultimi consente alle singole imprese di collaborare mantenendo la propria indipendenza, autonomia e specialità. Si basa su un contratto che ruota intorno a un progetto comune di rete, che individua obiettivi strategici e modalità di collaborazione. Le attività comuni possono essere di tre tipi: collaborazione in ambiti attinenti l'esercizio delle imprese, scambio di informazioni o prestazioni, esercizio in comune di una o più attività.
Green Planet Logistics è una delle prime Reti d’imprese italiane operanti nel trasporto delle merci, costituita nella forma di “Rete soggetto”, ossia che ha una propria personalità giuridica. È nata nel 2022 e oggi raggruppa quattordici società con sede in tutta Italia, che gestiscono complessivamente oltre 1.600 veicoli e immobili per la logistica di oltre 400mila metri quadrati. Il fatturato consolidato delle aziende associate supera i 180 milioni di euro. Green Planet Logistics è presieduta da Claudio Fraconti, che spiega a TrasportoEuropa che questa realtà non è orientata solamente all’autotrasporto, ma sta lavorando anche verso l’intermodalità e la logistica in conto terzi.
“Green Planet Logistics è nata dalla consapevolezza che il mondo del trasporto sta evolvendo verso grandi imprese, molte delle quali straniere, che ne assorbono altre per integrarsi in modo orizzontale e verticale”, afferma Fraconti. “Basti pensare che in pochi anni il numero delle aziende di autotrasporto è sceso da 140mila a meno di 90mila ed è un processo che sta continuando”. In tale contesto “le nostre imprese, in particolare le piccole e medie dai 5 ai 20 milioni di fatturato, molto spesso a conduzione familiare, per crescere devono impiegare sacrifici enormi. Con la struttura della Rete d’imprese, invece, ci si può presentare sul mercato anche a clienti importanticon numeri che da solo non avresti”.
Green Planet Logistics può operare di fatto come una società di capitali, avendo un patrimonio comune, un presidente, un consiglio e un dirigente di rete. “Una particolarità della rete che pochi sanno è che possiamo anche scambiarci il personale tra le aziende associate, come se fosse un distacco”, prosegue Fraconti. “Un altro nostro punto di forza è l’aggregazione di realtà differenti, sia per ambito geografico, sia per specializzazione. Quindi possiamo soddisfare committenze molto diverse”.
Fraconti porta un esempio concreto dei vantaggi dell’aggregazione: “Da due anni gestiamo la logistica per il tour della Marina Militare nelle regate del Nastro Rosa. Si tratta di una decina di tappe in tutta Italia, da Genova a Venezia e viceversa. Per quaranta giorni abbiamo impiegato sei camion, di cui uno con la gru, per trasportare un villaggio composto da moduli abitativi. Ogni tappa prevedeva una sosta di tre o quattro giorni. Quale singola azienda, in giugno e luglio, avrebbe avuto la disponibilità di mandare in giro per questo tempo sei autisti? Io dico nessuna. Nessun autista italiano, inoltre, sarebbe disponibile a restare in viaggio per quaranta giorni consecutivi. Quindi abbiamo diviso le tappe all’interno della rete, scambiandoci i semirimorchi. Ognuno ha compiuto la una parte del percorso, coprendo due o tre tappe, nel 2024 anche con una trasferta in Albania, e così abbiamo gestito tutto il tour in maniera tranquilla”.
In tale contesto perché iscrivere Green Planet Logistics all’Albo, visto che gli associati ne sono già iscritti? “Un’altra esigenza è sorta con una multinazionale che fornisce apparecchiature mediche agli ospedali, per la consegna e il ritiro di alcuni apparati in vari ospedali distribuiti sul territorio nazionale, per poi consegnarli ai loro centri di assistenza. Il cliente ci ha detto che pur essendo un servizio da effettuare in regioni diverse, voleva un solo interlocutore, che però doveva essere iscritto all’Albo. Quindi abbiamo intrapreso la procedura d’iscrizione, che però si è scontrata subito con un ostacolo burocratico”.
L’ostacolo in questione era la mancanza di un codice meccanografico dedicato alle Reti d’imprese, perché prima nessuna di queste aveva richiesto l’iscrizione. “Grazie all’assistenza dello Studio Margiotta & Partners, con il supporto tecnico dell’Agenzia Arena di Milano, con l’impegno di alcune delle maggiori Associazioni di Categoria e soprattutto grazie alla professionalità del direttore dell’Albo, Enrico Finocchi, è stato sciolto questo nodo con la creazione di un nuovo codice”.
Dovendo i singoli associati soddisfare tutti i requisiti d’iscrizione all’Albo, non è costretta a farlo la rete d’imprese. “È però richiesta la stabile organizzazione, che comporta una sede, anche se la Rete non può acquistare veicoli direttamente. Inizialmente abbiamo avuto qualche problema col preposto, perché normalmente questo non può svolgere tale funzione per due imprese diverse contemporaneamente. Poi siamo riusciti a equipararci ai consorzi, che possono nominare il preposto di uno dei soci”.
Fraconti conclude affermando che l’iscrizione all’Albo degli Autotrasportatori di una rete d’imprese è un risultato importante per l’intera categoria: “È un passo in avanti che servirà a molti, perché è finalmente stata colmata una lacuna normativa. Se guardiamo a quello che sta succedendo in tutti i settori e al nanismo delle aziende italiane, penso che questo strumento potrà dare una mano, soprattutto a difendersi rispetto alle aziende estere che ormai stanno colonizzando il trasporto e la logistica italiana”.
































































