La ricostruzione del Mediterraneo parte da Genova e dai suoi giovani. È questo il messaggio che ha aperto la Genoa Shipping Week, manifestazione dedicata al trasporto marittimo e alla portualità, promossa dall’Associazione Agenti Marittimi Genovesi. L’evento, inaugurato il 13 ottobre 2025 al Porto Antico, si è posto come punto di partenza simbolico di una nuova fase per i traffici nel Mediterraneo, in un momento in cui la ripresa dei rapporti economici e la prospettiva di pacificazione in Medio Oriente delineano un orizzonte inedito per la logistica marittima.
Secondo i principali centri di analisi economica e di intelligence, la progressiva stabilizzazione dell’area di Gaza e l’avvio dei primi interventi di ricostruzione in Siria e nei paesi limitrofi stanno generando un effetto a catena destinato a rimettere al centro gli scali del Mediterraneo orientale. Il riavvio delle rotte commerciali e la ripresa delle forniture di materiali per l’edilizia, impianti energetici e beni di prima necessità potrebbero determinare, nei prossimi anni, un incremento record dei traffici marittimi nell’area, restituendo al Mediterraneo un ruolo strategico che mancava da decenni.
Nel corso dell’apertura della manifestazione, il presidente di Assagenti, Gianluca Croce, ha evidenziato come i porti italiani – da Genova a La Spezia, da Savona a Trieste – dispongano oggi di una potenzialità di sviluppo “probabilmente unica nella storia dell’interscambio mondiale”. L’assenza di un vero conflitto competitivo con i grandi porti del Nord Europa, infatti, consentirebbe di cogliere pienamente le opportunità legate alla nuova domanda di traffico generata dalla ricostruzione mediorientale.
Le stime illustrate durante la cerimonia di apertura delineano scenari di crescita consistenti. Un aumento di un milione di container movimentati nel solo porto di Genova, ha spiegato Croce, potrebbe tradursi in circa 40mila nuovi posti di lavoro tra occupazione diretta e indotta. Un potenziale effetto moltiplicatore che trova conferma anche nei dati elaborati da Prometeia: entro il 2030, gli investimenti infrastrutturali sui porti di Genova e Savona – tra cui la nuova diga foranea e l’ampliamento delle aree operative – potrebbero generare complessivamente 37mila occupati.
L’analisi storica mostra come il legame tra traffici e occupazione si sia progressivamente intensificato. Nel 1975 il porto di Genova movimentava 25 milioni di tonnellate di merce e 500mila passeggeri, con 15mila addetti diretti e indiretti; nel 1995, con 35 milioni di tonnellate e 1,2 milioni di passeggeri, gli occupati erano saliti a 25mila; nel 2024, con 52 milioni di tonnellate e 2,5 milioni di passeggeri, la forza lavoro complessiva supera 65mila unità, di cui 11.500 direttamente impiegate in banchina e nei terminal.
In questo scenario, la comunità marittima e portuale emerge come uno dei principali serbatoi di nuova occupazione per le città costiere, in grado di alimentare filiere integrate che spaziano dal trasporto terrestre alla logistica interna, fino ai servizi ad alto contenuto tecnologico. La progressiva digitalizzazione dei processi e lo sviluppo della logistica verticale contribuiscono a ridefinire le competenze richieste, rendendo centrale il coinvolgimento delle nuove generazioni.
Non è un caso che Assagenti abbia scelto di dedicare proprio ai giovani il filo conduttore dell’edizione 2025 della Genoa Shipping Week, sotto lo slogan “Ricostruiamo insieme il Mediterraneo”. Per Croce, la sfida che parte da Genova è “una sfida per il futuro dell’intero Mediterraneo”, in cui la formazione, la cooperazione tra istituzioni e imprese e la conoscenza delle professioni del mare diventano elementi decisivi per accompagnare la transizione del settore verso una nuova fase di crescita e stabilità.






























































