L’ufficio del procuratore europeo (Eppo) ad Atene ha disposto il sequestro di 2.435 container nel porto del Pireo, in un’operazione che rappresenta la più ampia confisca di container finora attuata nell’Unione europea. La merce, proveniente dalla Cina e composta in gran parte da biciclette elettriche, tessili e calzature, ha un valore stimato di almeno 250 milioni di euro.
L’inchiesta, denominata Calypso, riguarda reti criminali accusate di gestire l’importazione di beni dalla Cina verso diversi Stati europei, aggirando dazi doganali e Iva. Sono indagate sei persone, tra cui due funzionari delle Dogane greche e quattro spedizionieri. Ai doganieri viene contestata la falsa certificazione che avrebbe causato perdite per oltre 871mila euro al bilancio dell’Ue, mentre agli spedizionieri vengono attribuite condotte di frode reiterata e incitamento a dichiarazioni mendaci. Uno di loro è stato arrestato recentemente, mentre altri quattro vennero arrestati a giugno.
Il sequestro – comunicato il 15 settembre 2025 - si è svolto in due fasi: i primi 500 container erano stati bloccati a giugno, mentre altri 1.935, intercettati successivamente al loro arrivo al Pireo, hanno portato al totale di 2.435. Le verifiche sui container hanno già confermato pratiche sistematiche di sotto-fatturazione e falsa dichiarazione, con un impatto stimato di 25 milioni di euro di dazi non riscossi e 12,5 milioni di Iva evasa solo per le biciclette elettriche. Secondo gli investigatori, il sistema sarebbe stato replicato per anni con cadenza mensile, causando complessivamente una perdita stimata di almeno 350 milioni di euro in dazi e 450 milioni di euro in Iva.
Dopo l’operazione di giugno, le Autorità greche segnalano un miglioramento della conformità: le merci simili vengono dichiarate a valori più vicini a quelli reali, e a luglio 2025 le entrate doganali del porto del Pireo hanno raggiunto 143 milioni di euro, in crescita rispetto ai 139,9 milioni del luglio precedente. All’operazione hanno contribuito, oltre all’Eppo, la Polizia ellenica, l’Agenzia delle Entrate greca, l’Ufficio europeo antifrode (Olaf) e altre agenzie di contrasto.
Olaf, in particolare, aveva segnalato le anomalie attraverso analisi dei flussi commerciali e delle vendite online, stimando danni da evasione per 280 milioni di euro in dazi e oltre 400 milioni di euro di Iva. L’indagine rimane in corso, con i container ancora in fase di ispezione da parte delle autorità doganali greche.
































































