I dazi statunitensi navigano ancora nel mare dell’incertezza, dopo la decisione del Tribunale d’Appello di Washington che li ritiene per la maggior parte illegali. Secondo i giudici, è vero che la Legge conferisce al presidente un’autorità significativa per intraprendere una serie di azioni in risposta a un’emergenza nazionale dichiarata, ma nessuna di queste azioni include esplicitamente il potere di imporre tariffe, dazi o simili, o il potere di tassare. La questione ruota intorno all’Emergency Economic Powers Act del 1977, che permette al presidente di evitare il voto del Congresso nel caso di minacce “insolite e straordinarie”. Ma la Corte precisa che ciò non consente al presidente un’autorità illimitata al punto d’imporre dazi.
I giudici hanno comunque deciso che tutti gli attuali dazi restano in vigore fino al 14 ottobre 2025, per permettere un ricorso alla Corte Suprema, che avrà quindi l’ultima parola sulla questione. Già la Segretaria alla Giustizia, Pam Bondi, ha annunciato il ricorso. Se i giudici supremi confermeranno il verdetto dei colleghi d’Appello, non solo sarà annullata la gran parte dei dazi, ma saranno minati gli accordi commerciali stilati dagli Stati Uniti con diversi Paesi (tra cui l’Unione Europea) proprio con la minaccia dei dazi.
Nessun dubbio invece per l’abolizione del de minimis, ossia l’esenzione dai dazi per i pacchi con valore fino a 800 dollari, entrata in vigore il 29 agosto 2025. Tutte le spedizioni precedentemente esenti richiedono ora una dichiarazione doganale formale. Ciò include la fornitura del codice a 10 cifre dell'Harmonized Tariff Schedule of the United States (Htsus) per ogni prodotto, necessario per una corretta applicazione delle tariffe e ciò rappresenta un enorme aumento dell'onere amministrativo. Il nuovo regime differenzia tra spedizioni postali e commerciali.
Per le spedizioni postali internazionali, è stato introdotto un sistema transitorio di sei mesi (sino al 28 febbraio 2026), durante il quale i mittenti possono scegliere di pagare un "dazio specifico" forfettario compreso tra 80 e 200 dollari per articolo (a seconda del tasso tariffario Ieepa del Paese di origine) o il dazio standard "ad valorem" basato sul valore del prodotto. La creazione di questo sistema temporaneo a tariffa fissa è un'ammissione implicita che il sistema postale globale è tecnologicamente e operativamente incapace di gestire il passaggio immediato a un regime tariffario ad valorem completo. Si tratta quindi di una misura tampone per prevenire il collasso totale del canale postale, rivelando una vulnerabilità critica nell'infrastruttura logistica globale che la regola de minimis aveva mascherato.
L'impatto è stato immediato: dopo la sospensione del 2 maggio – valida solo per per Cina e Hong Kong - il volume dei pacchi di basso valore dalla regione è crollato dell'85%, da circa 4 milioni a 600mila spedizioni giornaliere. Aziende del commercio elettronico come Temu e Shein devono assorbire i nuovi costi, erodendo i loro margini sottili, o trasferirli ai consumatori, minando la loro principale proposta di valore basata su prezzi ultra-bassi. Ma sono penalizzati anche (e forse soprattutto) i consumatori statunitensi, che devono pagare prezzi più alti per le merci importate e attenderle più a lungo.
Un documento del 2024 del National Bureau of Economic Research ha concluso che il de minimis era una "politica commerciale a favore dei poveri". Lo studio ha rilevato che le spedizioni verso i codici postali a più basso reddito erano soggette alle tariffe medie più basse prima della sospensione, un equilibrio che ora s’inverte, con il loro onere tariffario previsto in aumento a quasi il 12%. Si stima che l'eliminazione dell'esenzione ridurrà il benessere dei consumatori fino a 13 miliardi di dollari all'anno, con quelli a basso reddito e delle minoranze che sopporteranno una quota sproporzionata di questo costo.
Dovrebbero invece guadagnarci le aziende con sede negli Stati Uniti che si approvvigionano a livello nazionale o che già pagano dazi sulle importazioni all'ingrosso. Rimuovendo il vantaggio di costo dei venditori diretti stranieri, la politica mira a rendere più competitivi i produttori e i rivenditori americani. Anche le aziende che operano nelle Foreign-Trade Zones statunitensi ne trarranno beneficio, poiché la politica elimina una disparità che in precedenza incoraggiava lo spostamento delle attività all'estero.
L’abolizione del de minimis sta avendo ripercussioni anche sulla filiera logistica. Le società portali di molti Paesi hanno temporaneamente sospeso le spedizioni di pacchi verso gli Stati Uniti. Invece i principali corrieri espressi - come FedEx, Ups e Dhl - che dispongono già di solide infrastrutture di intermediazione doganale sono meglio attrezzati, ma a un costo per i mittenti. Questi vettori sono ora responsabili della riscossione dei dazi e della presentazione delle dichiarazioni formali per tutte le spedizioni di basso valore. In risposta, hanno introdotto nuove tariffe e aumentato quelle esistenti. Per esempio, sia Ups che FedEx hanno aumentato le loro tariffe di elaborazione internazionale prima della sospensione. I mittenti devono ora affrontare una serie di potenziali nuovi oneri, tra cui quelli per preparazione della dichiarazione, per l'intermediazione e per lelaborazione della merce, che possono aggiungere costi sostanziali oltre agli stessi dazi.
Ciò significa che il modello precedente di spedizione di singoli pacchi per via aerea sta diventando economicamente insostenibile per molti prodotti, favorendo il consolidamento dei carichi. Le aziende sono ora incentivate a passare dai pacchi aerei al trasporto marittimo di merci alla rinfusa, importando le merci negli Stati Uniti in container. Ciò richiede un passaggio al pre-posizionamento delle scorte nei magazzini statunitensi o l'utilizzo di fornitori di logistica di terze parti per la distribuzione nazionale. Questo modello consente di calcolare i dazi sul costo di produzione inferiore anziché sul prezzo al dettaglio più elevato, riducendo così l'aliquota effettiva del dazio.
Il nuovo regime impone anche un enorme impegno sui dati e sulla tecnologia. Ogni spedizione richiede ora una classificazione accurata del codice Hts, la verifica del valore e la presentazione elettronica della dichiarazione. I flussi di lavoro manuali non sono più scalabili per gestire il massiccio volume di pacchi precedentemente esenti. Ciò crea quindi un'urgente necessità d’investire in soluzioni di conformità automatizzate, compresi software per la classificazione Hts, il calcolo dei dazi e la presentazione semplificata delle dichiarazioni doganali.































































