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Cronaca

  • Finisce male il furto di un “topo” a Venezia

    Finisce male il furto di un “topo” a Venezia

    La mattina dell’11 dicembre 2025 una donna è saltata su un “topo”, imbarcazione per il trasporto merci a Venezia, per rubare il carico di pacchi natalizi, ma si è schiantata contro il ponte di Rialto. La donna è stata arrestata e si valutano i danni al ponte.

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  • Federagenti perde il suo vicepresidente Paolo Spada

    Federagenti perde il suo vicepresidente Paolo Spada

    Il 15 dicembre 2025 Federagenti ha annunciato la morte del suo vicepresidente Paolo Spada. Era uno storico agente marittimo triestino, dirigente Samer. Una carriera iniziata negli anni Settanta e legata allo sviluppo del porto di Trieste.

Autotrasporto

    Fusione storica nelle ferrovie merci degli Stati Uniti

    Il 29 luglio 2025 è una data che resterà nella storia del trasporto ferroviario statunitense. È infatti il giorno in cui la storica compagnia Union Pacific ha annunciato l’acquisizione della concorrente Norfolk Southern in una transazione dal valore complessivo di 85 miliardi di dollari. L’accordo, strutturato in una combinazione di contanti e azioni, rappresenta la più grande fusione mai realizzata nel settore e porterà alla nascita di una nuova entità con una capitalizzazione di mercato combinata stimata intorno ai 200 miliardi di dollari.

    Secondo i termini dell’intesa, gli azionisti di Norfolk Southern riceveranno un’azione Union Pacific e 88,82 dollari in contanti per ciascun titolo posseduto. La valutazione complessiva per azione Norfolk è di 320 dollari, con un premio del 23% rispetto al valore precedente all’annuncio. In questo scenario, Union Pacific emetterà circa 225 milioni di nuove azioni, attribuendo così agli attuali soci di Norfolk una partecipazione pari al 27% della nuova società. La chiusura dell’operazione è prevista per l’inizio del 2027, previa approvazione delle Autorità competenti.

    La fusione promette di creare una rete ferroviaria senza precedenti negli Stati Uniti (dove quasi tutte le compagnie ferroviarie possiedeno anche l’infrastruttura) collegando direttamente la costa occidentale degli Stati Uniti, servita da Union Pacific, con quella orientale, dove Norfolk Southern è l’operatore più importante. L’obiettivo dichiarato è migliorare l’efficienza logistica, ridurre i tempi di consegna e rafforzare la competitività del trasporto ferroviario in un mercato sempre più orientato verso la rapidità e l’intermodalità.

    Jim Vena, amministratore delegato di Union Pacific, sarà alla guida della nuova entità e ha già annunciato l’intenzione di restare in carica per almeno cinque anni. In una comunicazione rivolta ai dipendenti, ha sottolineato che l’operazione punta non solo all’efficienza economica ma anche alla creazione di posti di lavoro, precisando che i contratti sindacali di entrambe le aziende saranno mantenuti.

    Tuttavia, nonostante l’approvazione dei due Consigli di amministrazione, l’operazione dovrà affrontare un passaggio tutt’altro che scontato: l’esame da parte del Surface Transportation Board e degli organismi antitrust. Il settore ferroviario statunitense è già altamente concentrato, con soli sei operatori merci classificati come Class 1 (oltre alle due compagnie interessate ci sono Bnsf, Csx, Canadian National Railway Canadian Pacifi Kansas City). L’ultima grande fusione è stata completata nel 2023, con l’acquisizione di Kansas City Southern da parte di Canadian Pacific per 31 miliardi di dollari. Ora, l’accordo Union Pacific–Norfolk Southern riaccende i riflettori su un possibile nuovo ciclo di consolidamenti.

    L’attuale orientamento della presidenza statunitense potrebbe giocare un ruolo decisivo. La nomina di Patrick Fuchs, considerato favorevole alla concentrazione del settore, alla guida del Surface Transportation Board, è interpretata da molti come un segnale positivo per l’approvazione dell’operazione. Tuttavia, secondo Bloomberg Intelligence, eventuali autorizzazioni arriveranno probabilmente accompagnate da condizioni e concessioni importanti.

    Questa fusione è anche una risposta alla crescente pressione competitiva da parte del trasporto stradale, che negli ultimi anni ha eroso quote di mercato alla ferrovia. Con l’unificazione delle due reti, l’obiettivo è rilanciare il ruolo del treno nel trasporto merci a lungo raggio, migliorando i collegamenti tra le regioni industriali più strategiche del Paese.

    La notizia arriva in un momento delicato per Norfolk Southern, reduce da una fase di instabilità interna culminata, nel 2024, nella rimozione dell’amministratore delegato Alan Shaw, a seguito di un’indagine interna per violazioni delle politiche aziendali. La società affrontò anche un duro confronto con il fondo Ancora, che è riuscito a ottenere tre posti nel consiglio di amministrazione.

    Ma che cosa comporta, in concreto, questa fusione? Nascerà una compagnia ferroviaria che possiederà circa 84mila chilometri di binari che attraversano 43 dei 50 Stati dell’unione, dalla costa orientale a quella occidentale. Di questi, circa 52.600 chilometri in 23 Stati sono di Union Pacific. La rete combinata potrà servire un centinaio di porti in tutte le coste statunitensi: Pacifico, Atlantico e Golfo del Messico. Union Pacific porta in dote una flotta attiva di 7.175 locomotive di 42 modelli diversi, mentre Norfolk Southern contribuisce con una flotta stimata di oltre duemila locomotive, per un totale di circa 9,301 unità, cui si aggiungeranno oltre 155mila carri. La nuova entità impiegherà oltre 50mila persone, l'ottanta percento delle quali sindacalizzate.

    Dal punto di vista operativo, la fusione eliminerà i costosi e lunghi interscambi ferroviari che sono uno dei principali ostacoli alla crescita del trasporto ferroviario statunitense. Le due reti, occidentale e orientale hanno punti di contatto importanti a Chicago, St. Louis, Kansas City, Shreveport e New Orleans. Così, il trasporto sulle lunghe distanze diventerà più veloce e potranno nascere nuovi collegamenti, soprattutto intermodali. Le società prevedono una riduzione dei tempi di viaggio del 10-15%.

    Ci dovrebbero essere vantaggi anche dal punto vista finanziario, stimati entro tre anni dall’integrazione in 2,75 miliardi di dollari: un aumento dei ricavi di 1,75 miliardi e una riduzione dei costi di circa un miliardo di dollari. Le riduzioni dei costi deriveranno principalmente dal miglioramento delle rotte, dalla riduzione della duplicazione delle funzioni amministrative e dalla maggiore efficienza operativa. La crescita dei ricavi sarà guidata dalla capacità di offrire servizi transcontinentali in modo continuo e dall’attrattività verso nuovi clienti che richiedono connettività costa-costa.

    Lo sviluppo del traffico punterà soprattutto sull’intermodalità, che dovrebbe rappresentare il 53% del traffico combinato. In questo caso si parla soprattutto di container in viaggio tra i porti e le località interne o tra le coste atlantica e pacifica. Le merci sfuse comprenderanno circa il 15,6% dei volumi, tra cui le enormi quantità di carbone trasportate da Union Pacific dal bacino minerario del Powder River Basin. Il cargo generico – che comprende prodotti chimici, veicoli a motore, prodotti petroliferi e altre merci arie - costituirà il restante 31,6%.

    I comparti maggiormente interessati dalla fusione, oltre all’intermodale, sono l’automotive e il chimico. Norfolk Southern produce il maggior traffico di veicoli finiti di ogni altra compagnia e Union Pacific è il principale vettore nell’ovest e nel collegamento col Messico. L’integrazione delle infrastrutture potrà evitare gli interscambi che attualmente si affidano all'Indiana Harbor Belt e alla Belt Railway of Chicago, così come all'Alton & Southern a St. Louis.

    Nel trasporto chimico e petrolifero, Union Pacific è al vertice negli Usa, grazie all’accesso dominante che ha agli impianti petrolchimici della Gulf Coast. Oggi la maggior parte di questo traffico diretto verso destinazioni orientali viene scambiato con Csx, ma una fusione potrebbe spostare il traffico diretto alle aree Conrail Shared Assets nel New Jersey e Philadelphia sui binari di Norfolk Southern tramite Sidney o Memphis.

    Ma il processo di fusione tra le due compagnie statunitensi dovrà affrontare diversi ostacoli e non solo quelli causati dalle norme antitrust. I principali sindacati dei ferrovieri si sono tradizionalmente opposti alle acquisizioni, sostenendo che possono portare a una riduzione dei lavoratori. Già la sigla Smart-TD ha annunciato che si farà sentire sia con Surface Transportation Board, sia direttamente col presidente Trump.

    La committenza teme due fenomeni. Il primo è la possibile interruzione o comunque ritardi del servizio durante il lungo processo d’integrazione tra le infrastrutture e il secondo è un aumento dei prezzi causato dalla riduzione delle concorrenza. Questa seconda conseguenza potrebbe aggravarsi se la fusione tra Union Pacific e Norfolk Southern favorirà altre acquisizioni ferroviarie. Ci sono già voci che Bnsf e Csx stia valutando strategie di fusione.

    © TrasportoEuropa - Riproduzione riservata - Foto di repertorio
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