Msc rinuncia al 49% del capitale della compagnia di traghetti Moby Lines, ponendo così fine a una vicenda iniziata nel 2022, quando acquisì (tramite la controllata Shipping Agencies Services) la partecipazione per salvare la compagnia della famiglia Aponte. Questo è l’esito di una lunga e complessa vicenda che ha coinvolto la concorrente Grimaldi e l’Autorità per la Concorrenza. Per comprenderla è necessario ricostruirla, le cui origini risalgono al 2012, quando Compagnia Italiana di Navigazione, controllata da Onorato, acquisì dallo Stato la Tirrenia per 380 milioni di euro, con pagamento rateale.
Moby non riuscì a saldare l’intero pagamento e nel 2020 presentò una richiesta di concordato preventivo al Tribunale di Milano, a fronte di debiti per circa 650 milioni di euro. È in questo contesto che a marzo del 2022 intervenne Msc, che siglò un accordo con il Gruppo Onorato per entrare col 49% in Moby per una cifra di 150 milioni di euro. Questi fondi furono usati anche per saldare il debito di 82 milioni con Tirrenia in Amministrazione Controllata. La transazione fu formalizzata a settembre 2023 e nel dicembre dello stesso anno Msc concesse un finanziamento di 243 milioni a Moby per accelerare la chiusura del concordato preventivo.
A questa operazione si oppose il Gruppo Grimaldi, che presentò segnalazioni e ricorsi all’Autorità per la Concorrenza, che il 13 novembre 2023 avviò un’inchiesta su Moby, Grandi Navi veloci (controllata da Msc) e Shipping Agencies Services per verificare eventuali restrizioni alla concorrenza. In particolare, l'Antitrust si focalizzò sul nuovo legame che si era venuto a creare tra Moby e Gnv. Dall’indagine emerse che in quattro rotte (tre per la Sardegna e una per la Sicilia) operavano principalmente Moby e G, con la presenza di al massimo un terzo concorrente.
A quel punto, Msc decise di evitare eventuali sanzioni presentando all’Autorità alcuni impegni. Il 15 luglio 2025, l’Autorità ha pubblicato tali impegni nel provvedimento 31624. Il primo è la cessione immediata del 49% di Moby, con rinuncia del corrispettivo a favore dell’azionista di maggioranza (Onorato Armatori). Ciò significa in concreto che Msc non riceverà i 150 milioni pagati per il 49%. Col secondo impegno Msc rinuncia all’opzione sul restante 51%, mentre col terzo entro la fine del 2025 cederà il suo credito verso Moby di 243 milioni a una società terza indipendente o comunque s’impegna ad abbatterlo completamente.
Vicenda conclusa, quindi? Non esattamente, perché prima di archiviare il fascicolo, l’Antitrust ha stabilito una consultazione pubblica, che avverrà in due fasi: entro il 16 agosto dovranno giungere le osservazioni degli altri operatori di mercato su tali impegni (e qua potrebbe rientrare in gioco Grimaldi) ed entro il 15 settembre 2025 potranno giungere eventuali rappresentazioni delle società interessate sulle osservazioni ricevute.































































