Con una nota telegrafica, Iveco ha confermato il 29 luglio le indiscrezioni dei giorni scorsi sulla vendita della società. Dice solo che sono in corso trattative avanzate e separate per cedere la controllata Defence Vehicles e la società madre. La nota non fa nomi, dichiarando solo che i colloqui sono in corso con “diverse parti”. Ma già questa conferma è importante e, come avviene spesso, alcuni organi d'informazione sono un passo avanti con le indiscrezioni che arrivano dalle fonti informate sui fatti.
Bloomberg ribadisce quanto scritto nei giorni precedenti, ossia che Leonardo è la scelta per Defence Vehicles e l’indiana Tata Motors per i veicoli industriali, autobus e motori. Anzi, aggiunge che l’annuncio ufficiale potrebbe giungere già mercoledì 30 luglio, in concomitanza con la pubblicazione dei risultati finanziari del secondo trimestre 2025. Queste notizie hanno spinto verso l’alto il valore delle azioni d’Iveco, portando la valutazione dell’azienda a 5,6 miliardi di euro.
I risultati finanziari del primo trimestre 2025 evidenziano le difficoltà operative che stanno spingendo Exor verso la cessione: Iveco ha registrato ricavi consolidati di 3,03 miliardi di euro, in calo del 10,1% rispetto al primo trimestre 2024. L'Ebit aggiustato è sceso a 152 milioni di euro da 233 milioni dell'anno precedente, mentre l'utile netto si è ridotto drasticamente da 137 milioni a 38 milioni di euro. In Europa, Iveco ha una quota di mercato del 13% nei veicoli industriali, in un contesto di crisi dell’intero comparto.
Nei giorni scorsi, Il ministro delle Imprese ha confermato che il governo sta seguendo con "massima attenzione" l'evolversi della vicenda, sottolineando l'importanza strategica d’Iveco per il sistema economico italiano e i suoi 14mila dipendenti in Italia su un totale di 36mila nel mondo. Il ministro ha convocato i sindacati per il 31 luglio 2025 per seguire ogni sviluppo ed eventualmente predisporre adeguati interventi. I sindacati, infatti, hanno espresso una forte preoccupazione per il futuro occupazionale e industriale, definendo "inaccettabile apprendere da indiscrezioni della vendita di Iveco". La Fiom-Cgil ha accusato la proprietà di "smontare pezzo dopo pezzo l'industria dell'automotive italiana attraverso una pianificazione di spin-off, cessioni e vendite".






























































