L’Unione Europea esce sconfitta dalla vertenza dei dazi con gli Stati Uniti. Infatti, la dichiarazione congiunta UE-Usa rilasciata la mattina del 21 agosto 2025 conferma l’aumento dei dazi statunitensi al 15% su tutte le merci e l’impegno europeo ad acquistare grandi quantitativi di energia e armamenti statunitensi. In cambio, gli europei non ottengono nulla. I dazi colpiscono anche comparti cruciali per l’industria europea: vino, automobili, prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname, che rientrano tra i beni colpiti dall’aliquota. Per le auto e i componenti, tuttavia, l’applicazione della tariffa sarà attivata solo dopo che Bruxelles avrà avviato la riduzione dei dazi sui prodotti americani. Il commissario al Commercio Maros Sefcovic ha precisato che il prelievo del 15% avrà effetto retroattivo dal primo agosto. Dal primo settembre, invece, diversi beni – tra cui sughero, aeromobili e loro parti, farmaci generici e precursori chimici – saranno assoggettati ai dazi previsti dal principio della nazione più favorita.
Sul versante degli acquisti, l’Unione s’impegna a comperare dagli Stati Uniti gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti legati all’energia nucleare per un valore complessivo di 750 miliardi di dollari entro il 2028. L’Unione Europea ha anche accettato di aumentare in misura sostanziale l’approvvigionamento di equipaggiamenti militari e di difesa di produzione statunitense. Ma c’è anche un altro prezzo da pagare agli Stati uniti: l’accesso preferenziale per i prodotti agricoli e ittici americani e l’impegno ad acquistare chip per l’intelligenza artificiale per almeno 40 miliardi di dollari, oltre a coordinare con Washington i requisiti di sicurezza tecnologica. Secondo la Casa Bianca, l’intesa prevede inoltre che le imprese europee investano ulteriori 600 miliardi di dollari in settori strategici negli Stati Uniti entro il 2028.
La dichiarazione congiunta affronta anche la questione dell’acciaio e dell’alluminio, con l’impegno a introdurre strumenti di contingentamento tariffario per difendere le economie dalla sovra-capacità globale e tutelare le catene di approvvigionamento. Restano invece fuori dal negoziato i temi regolatori legati al Digital Market Act e al Digital Service Act. L’accordo, che sospende dal 7 agosto le contromisure europee introdotte il 24 luglio, dovrà ora essere tradotto in atti legislativi dalla Commissione e condiviso con Stati membri e Parlamento europeo.





























































