La rotta artica per il trasporto di container dall’Asia all’Europa, di cui si parla sempre più spesso, non rappresenta una reale alternativa alle vie marittime tradizionali e non costituisce una minaccia per il Mediterraneo. Lo ha affermato Paolo Pessina, presidente di Federagenti, intervenendo al Forum dello shipping nell’ambito della Genoa Shipping Week in corso a Genova. Pessina ha definito la rotta artica “uno slogan più che una prospettiva concreta”, ridimensionando un tema che, anche a causa delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e nel Mar Rosso, è stato presentato come possibile scenario competitivo per il trasporto marittimo internazionale.
Secondo Pessina, la rotta artica – che in teoria consentirebbe di ridurre i tempi di percorrenza dai porti cinesi all’Europa da 40 a 18 giorni – resta una scelta non sostenibile per due motivi principali. Il primo è la sua stagionalità, limitata ai mesi tra luglio e ottobre, che ne impedisce l’uso continuativo. Il secondo è la sua struttura punto a punto, che esclude la possibilità di effettuare scali intermedi, rendendo impossibile l’ottimizzazione dei carichi e la distribuzione delle merci, elementi che oggi garantiscono l’efficienza economica delle rotte tradizionali tra l’Estremo Oriente e il Mediterraneo.
Il presidente di Federagenti ha inoltre sottolineato che “non esistono porti fra i ghiacci” e che le condizioni climatiche estreme rendono impraticabile il trasporto di molte categorie merceologiche, in particolare quelle sensibili alle basse temperature. A queste limitazioni si aggiungono costi elevati di assicurazione e gestione delle navi, che annullerebbero i presunti vantaggi di tempo.
Pessina ha infine sottolineato che la vera concorrenza per i porti e gli operatori del Mediterraneo non arriverà dal Nord, ma dal ritorno a pieno regime del canale di Suez. In quel contesto, ha spiegato, l’eccesso di capacità di stiva e il numero di navi superiore alla domanda provocheranno un calo dei noli e forti pressioni sui bilanci dei grandi vettori marittimi, limitando i margini per operatori indipendenti e rendendo più trasparente la competizione nei porti.

























































