Panama è sempre più attiva nel trasformarsi da semplice territorio del canale che unisce Atlantico e Pacifico a piattaforma logistica globale. Dopo l’annuncio del progetto per realizzare su entrambe le coste del Paese due nuovi terminal container, il 3 settembre il presidente della Repubblica, José Raúl Mulino, ha comunicato durante la sua visita ufficiale in Giappone l’avvio del Canal Pipeline Project, un gasdotto che collegherà i due oceani correndo parallelo al canale. Subito dopo, il ministro per gli Affari del Canale, Jose Ramón Icaza, e l’amministratore del Panama Canal, Ricaurte Vásquez Morales, hanno illustrato la portata di un’opera destinata a incidere sulla competitività del Paese e sull’equilibrio dei traffici energetici globali.
Il Canal Pipeline Project rappresenta la prima grande realizzazione della nuova piattaforma infrastrutturale ideata dal Panama Canal Authority, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo del Paese come hub strategico del commercio internazionale e di rispondere alla crescente domanda del mercato energetico. Il Consiglio di amministrazione del Canale ha già approvato l’avvio della procedura per selezionare il concessionario che realizzerà l’opera. Il processo, che sarà competitivo e trasparente, prevede una fase iniziale di prequalifica, un successivo confronto con gli operatori selezionati e infine la scelta definitiva del concessionario, con conclusione attesa entro l’ultimo trimestre del 2026.
Secondo le stime diffuse da Mulino, il gasdotto rappresenterà uno degli investimenti più importanti nella storia del Canale di Panama. I benefici attesi sono altrettanto imponenti: durante la costruzione si prevede la creazione di oltre seimila posti di lavoro all’anno, che diventeranno quasi diecimila nella fase operativa. Le entrate per lo Stato dovrebbero attestarsi intorno ai 160 milioni di balboas l’anno (circa 136, milioni di euro) nel periodo di realizzazione, per superare in seguito un miliardo e mezzo annuo (circa 1,28 miliardi di euro) una volta entrato a regime. L’impatto sull’economia nazionale sarà altrettanto rilevante, con un valore aggiunto stimato in circa 590 milioni di balboas all’anno (circa 504,6 milioni di euro) in fase di costruzione e fino a 2,7 miliardi a regime (circa 2,3 miliardi di euro).
Questo gasdotto rientra in una più ampia strategia di diversificazione delle entrate del Canale, che vuole potenziare la capacità di movimentazione delle merci senza aumentare il consumo di acqua e a consolidare la centralità di Panama nelle rotte globali. Il piano prevede anche lo sviluppo di un polo logistico intermodale con terminal per il trasbordo dei container, aree di stoccaggio e una nuova arteria stradale di collegamento dal Ponte del Centenario al Ponte dell’Atlantico lungo la sponda occidentale. In questo quadro rientrano i progetti di nuovi porti a Corozal e a Telfers, entrambi situati sulla sponda orientale del Canale.

























































