Resta alta la tensione al confine polacco-tedesco, anche se i controlli di Varsavia si stanno dimostrando meno efficaci e puntuali di quanto preventivato dal premier Tusk. Le Autorità polacche avevano infatti annunciato l’introduzione di severe misure contro l’immigrazione clandestina a partire dal 7 luglio 2025 e la colonna di sette chilometri formatasi sulla A12 al valico di Swiecko, 150 chilometri a ovest di Poznan, nelle primissime ore dall’entrata in vigore del provvedimento lasciava presagire gravi ritardi per i veicoli in transito e serie ripercussioni sul trasporto merci.
L’ingorgo è durato fino a tarda notte ma nei giorni successivi la situazione è tornata alla normalità e non sono state segnalate ulteriori criticità nè ritardi a causa, sembra, di una sospensione ufficiosa dei controlli che avrebbe scatenato l’ira dei partiti di opposizione. Sul web sono infatti diventati virali alcuni video che dimostrerebbero l’assenza di controlli da parte delle autorità polacche ed il governo di Tusk, negli ultimi giorni, è stato pesantemente criticato ed accusato di favorire gli interessi della Germania a discapito di quelli nazionali.
Il malcontento è sfociato in severe proteste in più di 80 città polacche e lunghi cortei di manifestanti sono stati segnalati nelle giornate di sabato 19 e domenica 20 in tutta la Polonia. Alcuni gruppi di volontari, appoggiati da partiti dell’opposizione, hanno anche istituito presidi lungo i valichi doganali per verificare l’operato delle autorità e diffondere video di presunte irregolarità nei controlli che sarebbero dovuti durare, a detta del Governo, fino al 5 di agosto.
Anche la stampa tedesca, negli ultimi giorni, ha sottolineato come l’impatto dei controlli da parte della Polonia sia stato inferiore alle attese. Il settimanale Wirtschaftswoche ha confermato come la situazione si sia calmata dopo una prima giornata complicata. “Non ci accorgiamo nemmeno dei controlli alla frontiera", ha dichiarato al giornale un portavoce di Alstom, produttore di veicoli ferroviari con stabilimenti nei pressi di uno dei valichi nel sud del Paese.
Intanto, dall’altro lato del confine, anche l’operato delle Autorità tedesche, che proseguono nella loro politica anti-migratoria, è stato fortemente criticato e lo scorso fine settimana è stato caratterizzato da una protesta organizzata a Francoforte sull’Oder, località di confine, dal partito Volt. L’evento ha radunato circa 400 partecipanti e la richiesta è stata quella di sospendere immediatamente tutti i controlli e ripristinare la libertà di movimento all’interno dell’UE. Alcune critiche sono state avanzate anche dai governi degli stati federali Renania-Palatinato e Saarland, che chiedono a gran voce di revocare le restrizioni per evitare ingenti danni al settore logistico.
Quello tedesco non è però l’unico punto caldo nel quadro del controllo all'immigrazione clandestina. La Polonia aveva infatti dichiarato nuove misure anche al confine con la Lituania ma, anche qui, i disagi sono stati relativamente contenuti. Non è stato infatti segnalato nessun ingorgo nei primi dieci giorni dall’introduzione dei controlli ai valichi e la colonna formatasi il 18 luglio tra Kalvarija e Budzisko sembra più un episodio isolato non collegato alle ispezioni da poco istituite.
Sul lato bielorusso, invece, la Polonia deve vedersela con una nuova ondata di flussi migratori. Dopo diversi mesi di relativa calma, le tensioni si stanno nuovamente intensificando e non è da escludere che dietro a questa nuova escalation si possa nascondere un tentativo di Putin di destabilizzare ulteriormente gli equilibri politici all’interno dell’Unione.
Marco Martinelli

































































