Ci sarà un nuovo format televisivo dedicato al mondo dell’autotrasporto? A oggi non esiste una risposta certa, perché sono apparsi diversi atteggiamenti da parte da una parte dell’Albo degli autotrasportatori – che ha avviato un protocollo d’intesa con la Rai – e dall’altra del ministero dei Trasporti, che ha smentito la sua partecipazione finanziaria al progetto, fondamentale perché è proprio il ministero a gestire i fondi dell’Albo, che derivano dal pagamento obbligatorio delle quote annuali da parte degli autotrasportatori iscritti. Ma cerchiamo di ricostruire la vicenda.
Il progetto parte dall'iniziativa del Comitato Centrale per l'Albo Nazionale degli Autotrasportatori (che, lo ricordiamo, è un organismo che fa parte del Dipartimento per i trasporti e la navigazione del ministero dei Trasporti), presieduto da Enrico Finocchi (dirigente di prima fascia dello stesso ministero), che a maggio 2025 ha sottoscritto un protocollo d'intesa con la Rai (registrato al protocollo RC numero 3 del 7 maggio 2025), valido per tre anni.
Questo documento stabilisce che le parti "nel quadro delle rispettive competenze istituzionali, si rendono reciprocamente disponibili a una proficua collaborazione, finalizzata a promuovere la professione di autotrasportatore al fine di diffondere la conoscenza del settore e di diffondere la cultura della sicurezza della circolazione e la sostenibilità ambientale". Gli obiettivi dichiarati includevano la "promozione dei riferimenti valoriali e funzionali" del settore, ossia "professionalità, modernità, sviluppo tecnologico, sicurezza, sostenibilità ambientale e sociale", con il particolare obiettivo di "invogliare i giovani a intraprendere la professione di autotrasportatore".
Il protocollo comprende degli impegni. Quelli della Rai prevedono la collaborazione alle iniziative individuate, la valorizzazione dei modelli positivi adottati dal Comitato dell’Albo e la disponibilità di strumenti multimediali e facilitazione dell’accesso ai patrimoni audiovisivi aziendali a favore del Comitato. Da parte sua l’Albo s’impegna alla massima collaborazione per l’attuazione del Protocollo, alla facilitazione per riprese radiofoniche/televisive e diffusione delle iniziative e allo studio di un progetto televisivo sulle tematiche indicate.
La parte relativa allo studio di un progetto televisivo viene disciplinata all’Articolo 4 del documento, dove il Comitato Centrale si impegna a usare questo progetto nell’ambito dei suoi impegni previsti dal protocollo. Per quanto riguarda i contenuti, il documento afferma che il progetto televisivo deve essere orientato alle finalità divulgative, formative e promozionali del settore, proporre contenuti che evidenzino i punti di forza, le opportunità e i valori degli autisti e valutare la possibilità di realizzare trasmissioni o format dedicati da diffondere tramite i canali Rai, in cui si raccontano esperienze, promuovono buone pratiche e si diffonde la cultura della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile.
La questione è riemersa il 28 settembre 2025 con un articolo di Lorenzo Giarelli sul Fatto Quotidiano, secondo cui il ministero dei Trasporti a luglio 2025 avrebbe avviato una procedura per “ l’affidamento del servizio ideazione e redazione di un documento di progetto per una serie televisiva, incentrata sulla promozione e valorizzazione della figura dell’impresa di autotrasporto”. Ciò sarebbe avvenuto in qualità di stazione appaltante. L’articolo aggiunge che poso dopo ci sarebbe stato l’affidamento diretto alla società One More Pictures con un importo massimo di 121.500 euro netti. Questa cifra è destinata al solo progetto, da consegnare entro la fine di settembre, mentre per la produzione non sono stati ancora stanziati fondi.
Il giorno successivo, il ministero dei Trasporti ha diffuso una nota che dovrebbe smentire, o almeno sminuire, la notizia. Si legge che “il piano comunicazione del Mit non ha mai previsto né approvato un progetto televisivo sull'autotrasporto, su cui erano state formalizzate perplessità a febbraio, ribadite a marzo e ripetute a settembre. Lo studio del progetto editoriale, ancora non ultimato, è una iniziativa del Comitato autotrasporto che può agire in autonomia e che se ne assumerà tutte le responsabilità". Insomma, il ministero sembra sganciarsi dall’iniziativa, sulla quale avrebbe espresso per ben tre volte “perplessità”.
La gara per l’appalto esiste, come certifica il sito dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, con dati aggiornati al 25 luglio 2025. L’amministrazione appaltante è il ministero dei Trasporti, con centro costo il Comitato Centrale dell’Albo (numero gara CONSIP_RDO_5522702). L’oggetto della gara è il “servizio di ideazione e redazione di un documento di progetto per una serie televisiva”, con un importo complessivo di 135mila euro, con scelta diretta del contraente. L’esito della gara, il cui valore è stato ridotto a 121.500 euro, appare aggiudicato al partecipante, che è effettivamente One More Pictures. Quindi almeno il progetto della serie è confermato. Resta da comprendere il senso e il motivo della nota del Mit, visto che lui stesso è la stazione appaltante e che un suo dirigente presiede il Comitato Centrale.
Il senso potrebbe essere nei dubbi espressi dall’articolo del Fatto Quotidiano sulla società cui è stato affidato l’appalto. Infatti, la One More Pictures è coinvolta, insieme ad altre società del comparto cinematografico, in un’indagine sulla erogazione dei contributi alla produzione di film (taxcredit cinematografico) avviata dalla Procura di Roma sui finanziamenti a oltre 185 opere cinematografiche, per un totale di 347 milioni di euro.
La One More Pictures è stata fondata nel 2006 da Manuela Cacciamani (non implicata nell’indagine), che ha ceduto il 65% delle quote a Gennaro Coppola a giugno 2024, poco prima della sua nomina ad amministratrice delegata di Cinecittà, avvenuta a luglio 2024 da parte dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. La società ha visto una forte crescita negli ultimi anni: dai 3.786.518 euro di ricavi del 2022 è passata a 5.083.961 euro nel 2024, con diciannove dipendenti, beneficiando anche di finanziamenti da diverse istituzioni pubbliche per circa tre milioni e mezzo di euro. L’importanza di questi ultimi emerge dalla lieve differenze dei ricavi operativi tra il 2022 (1.755.613 euro) e il 2024 (1.597.303 euro).
L’unica certezza è quindi che entro la fine di settembre One More Pictures deve consegnare all’Albo il progetto editoriale. Oltre a ciò ci sono solo domande. La prima è se sarà veramente attuato, visto che il ministero dei Trasporti ha espresso per ben tre volte “perplessità” su una scelta attuata da un organismo dello stesso ministero (l’Albo). Un’altra questione riguarda il costo del progetto, visto che solamente la sua redazione è costata agli autotrasportatori 121.500 euro e le produzioni televisive della Rai non sono certo low cost. C’è poi sempre la domanda in cima tutte: come l’Albo spende i soldi ricevuti dalle imprese? Infatti, non esiste (o almeno non è pubblico) un bilancio dettagliato dell’Albo che, dal punto di vista formale, dal 2013 appare come un semplice “centro di costo” del ministero dei Trasporti.
Ciò significa, in concreto, che le entrate e le uscite dell’Albo si disperdono nel bilancio generale del ministero dei Trasporti. Per le spese, l’organismo usa principalmente il Capitolo 1294 PG1 del bilancio dello Stato, che copre le spese di funzionamento del Comitato Centrale, l’acquisto di beni e servizi e i contratti e affidamento per le varie attività. Non esistono però rendiconti dettagliati, situazione patrimoniale, conto economico, analisi costi/ricavi ed eventuali riserve e fondi. Chi finanzia l’Albo, ossia le imprese di autotrasporto, merita però queste informazioni.
































































