Il 4 agosto 2025 il sito web del ministero dei Trasporti ha pubblicato il Decreto dirigenziale numero 279 che aggiorna i valori indicativi dei costi d’esercizio per l’autotrasporto con le rilevazioni di giugno. Sono parametri che, pur non avendo valore di Legge nei contratti stipulati in forma scritta, rappresentano comunque un punto di riferimento essenziale nei rapporti privi di accordo formale, contribuendo a definire in maniera oggettiva i corrispettivi di trasporto.
L’aggiornamento di giugno ha tenuto conto di diversi fattori. Il costo dei veicoli è stato rivisto sulla base dei listini disponibili sul portale Motornet, mentre quello del personale è stato adeguato recependo gli incrementi previsti dal nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, con aggiornamenti che riguardano stipendi, straordinari e trasferte. Anche i pedaggi autostradali sono stati ricalcolati in funzione degli aumenti comunicati dai gestori, mentre il prezzo del gasolio ha seguito l’andamento medio registrato nel mese di giugno e pubblicato dal ministero dell’Ambiente. Infine, per i veicoli con massa complessiva fino a 3,5 tonnellate, la percorrenza media annua è stata aggiornata a 30mila chilometri, sulla base dei dati raccolti dal Centro Elaborazione Dati del Ministero. Tutti i valori riportati nelle tabelle sono calcolati al netto dell’Iva.
I veicoli sono stati suddivisi in quattro classi di peso, ognuna con una percorrenza media di riferimento: fino a 3,5 tonnellate per la classe A, da 3,5 a 12 tonnellate per la classe B, da 12 a 26 tonnellate per la classe C e oltre 26 tonnellate per la classe D. Per ciascuna categoria le tabelle ministeriali indicano i valori minimi e massimi, sia in termini annui sia per chilometro, distinguendo tra spese legate al veicolo, costi del personale e voci variabili come carburante e pedaggi.
I dati confermano che la distribuzione urbana, rappresentata dalla classe A, soffre di un’incidenza molto elevata del costo del personale, che oscilla tra 1,20 e 1,59 euro al chilometro, a fronte di una percorrenza media annua relativamente bassa. Nella classe B, quella dei veicoli medi, i costi del personale si riducono sensibilmente, scendendo a valori compresi tra 0,37 e 0,49 euro al chilometro, mentre la voce carburante si attesta intorno a 0,24 euro. Salendo di peso, nella classe C, relativa ai veicoli tra 12 e 26 tonnellate, i costi energetici e dei pedaggi assumono un peso più marcato: il gasolio varia tra 0,30 e 0,50 euro al chilometro, mentre i pedaggi superano i dieci centesimi. Infine, per i veicoli oltre le 26 tonnellate, tipicamente autoarticolati, gasolio e pedaggi diventano predominanti: il carburante incide da 0,38 a 0,66 euro e i pedaggi raggiungono i 0,17 euro al chilometro.
Il ministero precisa che i valori devono essere interpretati come strumenti di orientamento e non come schemi rigidi. Nella pratica, per stimare il costo di un trasporto specifico, è necessario sommare soltanto le voci pertinenti: i costi del rimorchio, ad esempio, non vanno considerati in caso di utilizzo di un veicolo isolato, mentre la voce “trasferta” non si applica ai viaggi che si concludono nell’arco della giornata.
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DECRETO MINISTERO TRASPORTI NUMERO 279 DEL 4 AGOSTO 2025
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
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TABELLA C
TABELLA D






















































