Le considerazioni e le richieste avanzate a dicembre 2025 da Cna Liguria riportano al centro dell’attenzione una criticità ormai strutturale per l’autotrasporto regionale, stretta tra una rete autostradale fortemente compromessa e un sistema logistico-portuale che continua a generare tempi di attesa difficilmente sostenibili. Secondo l’associazione, cantieri permanenti, incidenti ricorrenti e infrastrutture inadeguate producono effetti diretti sui costi operativi delle imprese e sulla regolarità del lavoro degli autisti, con ricadute che si estendono all’intera catena del trasporto merci.
Uno dei nodi più problematici riguarda l’applicazione della normativa sui tempi di guida e di riposo. Come gli autotrasportatori ben sanno, il cronotachigrafo registra come tempo di guida anche le ore trascorse fermi in coda a causa di cantieri o incidenti. Come ha spiegato il segretario di Cna Liguria, Angelo Matellini, questo meccanismo genera un paradosso operativo: l’autista consuma le ore di guida consentite restando immobile e, una volta superato il blocco, è costretto a fermarsi per rispettare le pause obbligatorie previste dal Regolamento europeo 561/2006. Ne deriva un allungamento dei tempi complessivi di viaggio e un raddoppio dei tempi improduttivi, che incidono direttamente sui costi aziendali senza che vi sia un riconoscimento economico automatico.
Il tema del riconoscimento dei tempi di attesa è centrale anche alla luce della normativa sugli indennizzi entrata in vigore nel 2025. La Legge prevede una franchigia di 90 minuti per le operazioni di attesa, oltre la quale spetta al vettore un indennizzo pari a 100 euro per ogni ora o frazione di ora aggiuntiva. Secondo le associazioni dell’autotrasporto, l’applicazione della norma resta però discontinua lungo la filiera logistica, nonostante una circolare ministeriale abbia chiarito che i tempi di attesa devono essere calcolati separatamente rispetto alle operazioni di carico e scarico. Cna Liguria e altre sigle hanno più volte ribadito che la mancata applicazione sistematica degli indennizzi trasferisce interamente sugli autotrasportatori costi che dipendono da inefficienze organizzative non imputabili ai vettori.
I dati diffusi dall’associazione degli autotrasportatori Trasportounito contribuiscono a quantificare l’impatto economico del fenomeno. Secondo una ricerca presentata a Genova nel settembre 2025, limitatamente al traffico container del porto, circa il 70% dei viaggi subisce almeno un’ora di attesa in partenza e un’ulteriore ora a destinazione oltre la franchigia prevista. Su una media di 2.500 viaggi giornalieri, la diseconomia stimata raggiunge 500mila euro al giorno, pari a 130 milioni di euro l’anno, costi che ricadono quasi esclusivamente sulle imprese di autotrasporto.
La situazione della rete autostradale ligure rappresenta uno dei principali fattori di aggravamento. I punti critici interessano tutte le direttrici strategiche. Sull’A7 Genova-Milano i cantieri attivi tra Bolzaneto e Busalla e tra Ronco Scrivia e Isola del Cantone saranno operativi anche durante il periodo natalizio 2025-2026, con chiusure e restringimenti che incidono in modo diretto sui collegamenti con il Piemonte e la Lombardia. Federlogistica ha definito le recenti chiusure del casello di Busalla un colpo alla logistica del Nord-Ovest, mentre incidenti e avarie in galleria continuano a generare code ricorrenti.
Sull’A10 tra Genova e Ventimiglia, gli incidenti che coinvolgono mezzi pesanti, uniti alle limitazioni per vento forte, producono rallentamenti significativi, come avvenuto il 16 dicembre 2025 tra Varazze e Arenzano, con tempi di percorrenza aumentati di oltre un’ora. Anche sull’A12 verso Sestri Levante e Livorno, chiusure di svincoli e veicoli in avaria provocano congestioni a catena, mentre sull’A26 Voltri-Gravellona Toce i cantieri tra Masone e l’allacciamento con l’A10 si sommano a incidenti frequenti nel tratto verso Novi Ligure.
La giornata del 16 dicembre 2025 ha rappresentato un esempio emblematico di questa fragilità sistemica, con il nodo genovese congestionato simultaneamente su tutte le principali direttrici a causa di incidenti, avarie e condizioni meteo avverse. Secondo Cna Liguria, si tratta di una condizione ormai ordinaria, che rende imprevedibili i tempi di percorrenza e complica la programmazione dei trasporti.
Alle difficoltà della rete autostradale si sommano quelle del porto di Genova. Secondo Trasportounito, le fasce operative limitate, l’assenza di autoparchi adeguati e la mancata operatività continuativa di magazzini e terminal generano colli di bottiglia che si riflettono sui tempi di lavoro degli autisti. La simulazione presentata dall’associazione mostra come un ciclo completo Genova-Milano-Genova per il trasporto di un container possa richiedere fino a 15 ore complessive, superando le 13 ore ordinarie di lavoro e costringendo a recuperi nelle giornate successive, con una perdita progressiva di produttività.
In questo contesto, le richieste avanzate da Cna Liguria per il 2026 si concentrano su tre direttrici: la riduzione dei tempi di attesa nelle operazioni logistiche, il miglioramento della viabilità autostradale in particolare verso il Piemonte e la Lombardia e il pieno riconoscimento economico dei tempi morti. A livello nazionale, Cna Fita ha inoltre presentato al ministero dei Trasporti una proposta di revisione del calendario dei divieti di circolazione dei mezzi pesanti, chiedendo l’eliminazione dei divieti brevi, una maggiore standardizzazione degli orari e un coordinamento più stretto con i tempi di riposo previsti dalla normativa europea, anche attraverso l’uso di sistemi intelligenti di gestione del traffico.
Antonio Illariuzzi

































































