L’ingresso di Ctp nel mercato italiano, annunciato il 27 novembre 2025, segna l’avvio di una nuova fase per l’immobiliare logistico nazionale. Secondo comunicazioni diffuse dall’azienda, l’operazione si basa sull’acquisizione di Vld, parte del gruppo Fbh, per 241 milioni di euro. L’acquisto garantisce un portafoglio di sviluppo pari a circa 8,7 milioni di metri quadrati distribuiti lungo le principali direttrici produttive e logistiche del Paese, rendendo l’Italia l’undicesimo mercato europeo del gruppo.
La struttura del portafoglio consente a Ctp di avviare immediatamente lo sviluppo di una rete di parchi logistici con una forte concentrazione nel Nord Italia. I dati presentati dal Gruppo indicano che tra il 69 e il 71% dei terreni ricade in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto, con poli chiave a Milano, Bologna e Torino. Il 27% è localizzato nel Centro Italia, principalmente tra Roma e Firenze, mentre il 4% riguarda la Puglia, area che negli ultimi anni ha rafforzato il proprio ruolo per i flussi verso il Mediterraneo orientale. Questa distribuzione consente a Ctp d’inserirsi nella dorsale logistica nazionale dove si concentra la maggior parte del traffico intermodale e dei servizi avanzati legati al commercio elettronico.
La pipeline eredita progetti già avviati, con 200mila metri quadrati di superficie affittabile lordo in costruzione e consegna prevista nel 2026. Tra i primi utilizzatori dei nuovi immobili figurano Als Luxury e Ceva Logistics, quest’ultima attiva per le attività di Daikin. Il potenziale di sviluppo complessivo varia tra 3,3 e 3,5 milioni di metri quadrati di Gla, includendo 1,7 milioni già di piena proprietà, 2,7 milioni contrattualizzati e ulteriori aree in opzione. Questo volume rende l’Italia uno dei portafogli di crescita più consistenti del Gruppo, in grado d’incidere sia sulla capacità di stoccaggio nazionale sia sulle esigenze di riqualificazione degli immobili logistici di Grado A.
Nel piano industriale presentato dall’amministratore delegato Remon Vos, l’Italia è descritta come un mercato caratterizzato da un’offerta d’immobili moderni inferiore alle necessità espresse dai settori trasporto, magazzinaggio e manifattura leggera. Il rapporto tra superficie logistica moderna e popolazione, stimato in circa 0,5 metri quadrati pro capite, risulta inferiore alla media dei principali Paesi dell’Europa Occidentale, dove si supera un metro quadrato secondo le analisi diffuse dal gruppo.
Ctp punta a colmare questo divario replicando il modello Parkmaker, che prevede parchi logistici integrati, di proprietà a lungo termine, progettati per ospitare aziende di diversa dimensione e servizi aggiuntivi. La società stima un rendimento sul costo compreso tra l’8,5% e il 9,5% per gli sviluppi italiani, un valore che riflette la domanda crescente di spazi di nuova generazione, caratterizzati da sostenibilità, efficienza energetica e connessione con le principali infrastrutture intermodali.
L’impegno economico annunciato ammonta a un miliardo di euro nel quinquennio 2025-2030. Questo piano di investimento va letto nel contesto delle trasformazioni in corso nella logistica italiana, dove la spinta del commercio elettronico, l’ampliamento degli hub ferroviari merci e la ricollocazione delle catene di fornitura stanno incrementando la richiesta di immobili capaci di sostenere operazioni avanzate, compresi magazzini automatizzati e infrastrutture per la movimentazione a temperatura controllata. Le aree acquisite da Ctp si collocano in prossimità di interporti, svincoli autostradali e punti di interscambio ferro-gomma, elementi che possono accelerare lo sviluppo di una rete di Ctparks connessa ai principali corridoi logistici europei.
La gestione delle attività italiane è stata affidata ad Agostino Emanuele, nominato responsabile nazionale. Il suo compito sarà strutturare la squadra locale, coordinare le procedure autorizzative e consolidare i rapporti con amministrazioni e comunità, fattori determinanti per interventi che coinvolgono aree estese e processi urbanistici complessi. L’assetto organizzativo dovrà inoltre dialogare con operatori logistici, società di trasporto e imprese manifatturiere che, negli ultimi anni, stanno rivedendo la propria impronta territoriale per ridurre tempi di consegna e costi operativi.






























































