Il Parlamento federale tedesco ha approvato un programma d’investimento da 1,35 miliardi di euro per ampliare e potenziare il porto di Bremerhaven, con l’obiettivo di trasformarlo in uno hub logistico marittimo per uso duale civile e militare, così da soddisfare le esigenze della Nato previste dall’Operationsplan Deutschland. La decisione, adottata il 13 novembre 2025 dal Comitato bilancio del Bundestag, vuole garantire capacità di transito adeguate per la movimentazione di grandi volumi di veicoli e personale militare in caso di crisi. Secondo quanto riportato nel documento operativo della Bundeswehr, fino a 800mila soldati alleati e 200mila veicoli dovrebbero poter attraversare la Germania in sei mesi per raggiungere il fianco orientale dell’Alleanza.
Il finanziamento proviene integralmente dal bilancio federale della Difesa. Le prime risorse, pari a 150 milioni di euro, saranno disponibili nel 2026, mentre 1,2 miliardi di euro saranno ripartiti fino al 2031 per la costruzione e l’adeguamento delle infrastrutture portuali. Secondo il sindaco di Brema Andreas Bovenschulte questa è la più consistente sovvenzione statale mai destinata a un progetto nel Land. La scelta del sito è stata sostenuta dal ministro della Difesa, Boris Pistorius, e da diversi deputati federali, che hanno evidenziato il ruolo già consolidato di Bremerhaven nella logistica militare alleata.
L’investimento ha rilanciato il dibattito più ampio sulle esigenze infrastrutturali dei porti tedeschi. Il Zentralverband der deutschen Seehafenbetriebe ha indicato che per garantire la piena efficienza di tutti gli scali rilevanti per la difesa servirebbero almeno tre miliardi di euro dal bilancio della Difesa, mentre per colmare il ritardo di manutenzione dei porti su Mare del Nord e Baltico occorrerebbero 15 miliardi di euro dal fondo speciale per le infrastrutture. Il sindacato Dgb Nord ha sostenuto la richiesta di un finanziamento annuale stabile pari a 500 milioni di euro, ritenendo che la resilienza logistica nazionale dipenda da una programmazione pluriennale.
Nel piano di lavori presentato da Bremenports sono previsti la modernizzazione della banchina container per circa tre chilometri, la sostituzione del ponte girevole della Columbusinsel, l’ammodernamento della stazione di Speckenbüttel e il potenziamento degli accessi stradali nell’area dell’Überseehafen. Sono inclusi anche interventi sulla rete energetica e la predisposizione dell’alimentazione elettrica da terra. La società ha definito questi interventi come infrastrutture a doppio uso, funzionali alle attività commerciali e immediatamente adattabili a esigenze militari.
Le reazioni degli operatori sono state complessivamente favorevoli. Blg Logistics, principale operatore dello scalo, ha sottolineato che l’assegnazione dei fondi riconosce la rilevanza strategica di un porto che già movimenta circa un milione di tonnellate di merce pesante e 4,4 milioni di teu all’anno. Zds e Dgb Nord hanno parlato di un “segnale chiaro” da parte del governo federale sulla necessità di rafforzare la logistica portuale anche in ottica difensiva.
Le critiche più importanti sono arrivate da Amburgo, esclusa dal finanziamento nonostante il suo ruolo di maggiore porto tedesco. Il confronto politico locale si è concentrato sulle responsabilità della mancata inclusione, mentre a livello federale è stato evidenziato un elemento considerato determinante nella valutazione: la partecipazione minoritaria della società cinese Cosco in un terminal amburghese, ritenuta delicata sotto il profilo della sicurezza nell’ambito dei progetti Nato. L’assenza di finanziamenti ha alimentato tensioni tra Spd e Cdu locali, che si sono scambiate accuse sulla gestione del dossier.
Sul fronte delle reazioni sociali, l’Alleanza per la Pace della Germania settentrionale ha criticato l’investimento definendolo un passo verso la trasformazione del porto in una piattaforma Nato per il trasferimento di armi e mezzi pesanti verso l’Europa orientale. Anche il partito Die Linke Bremerhaven ha contestato l’allocazione delle risorse, ritenendo che l’aumento delle capacità militari prevalga sulle necessità commerciali del territorio.
La posizione geopolitica di Bremerhaven e la sua lunga tradizione logistica militare hanno comunque pesato in modo significativo sul progetto. Il porto, utilizzato dagli Stati Uniti già nel dopoguerra e durante la Guerra Fredda, offre calate profonde indipendenti dalle maree e una struttura specializzata nella movimentazione di carichi pesanti, elementi che hanno rafforzato la scelta del governo federale di concentrarvi il nuovo hub logistico Nato.





























































