La crisi della compagnia ferroviaria polacca Pkp Cargo, il più grande operatore merci su rotaia del Paese, è sfociata in un licenziamento collettivo, approvato dal Consiglio di amministrazione e dal Consiglio di sorveglianza della società il 18 settembre 2025. La riduzione del personale potrà interessare fino a cinquecento persone entro la fine di settembre. Un valore che comunque è notevolmente inferiore a quello annunciato in precedenza, che mostrava un taglio di 1.041 unità. Questa riduzione deriva da trattative con i sindacati e da dimissioni volontarie. La notifica ai lavoratori dovrà essere completata entro la fine di settembre 2025, con effetto dal 31 ottobre.
La società coprirà parte dei costo dei licenziamenti vendendo alcuni carri dismessi, sottolineando la negativa situazione finanziaria dell'azienda. Nel 2024, la società ha registrato perdite nette di 2,41 miliardi di zloty (quasi 566,5 milioni di euro). Il debito totale della società ha raggiunto 5,8 miliardi di zloty (1,363 miliardi di euro) dopo i primi tre trimestri del 2024, con un aumento di circa 680 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Si tratta di una crisi strutturale, causata anche da un crollo dei volumi: dal 2013 al 2024, la quota di mercato di Pkp Cargo nel trasporto merci ferroviario polacco è crollata dal 60% a circa il 30%.
Per salvare la società, 30 giugno 2025 i vertici di Pkp Cargo hanno presentato al Tribunale un piano di ristrutturazione che copre il periodo fino al 2031. Esso prevede una stabilizzazione finanziaria attraverso il miglioramento dei flussi di cassa e la rinegoziazione dei debiti, una riduzione graduale dei trasporti di carbone dal 45% attuale al 13% dei ricavi entro il 203 e la contemporanea espansione nei trasporti intermodali fino al 19% dei ricavi entro il 2031. L’obiettivo è ottenere un Ebitda positivo di 1,296 miliardi di zloty (circa 304,6 milioni di euro) entro il 2031.
Quello di settembre non è la prima, e neppure la più massiccia, riduzione di personale della società: nel 2024, 2.515 lavoratori ricevettero lettere di licenziamento, mentre altri 1.150 dipendenti hanno lasciato l'azienda per ragioni non legate alla ristrutturazione. Inoltre, dal primo agosto 2025 Pkp Cargo ha consolidato la sua struttura organizzativa, unendo la sede centrale e sette impianti regionali in un'unica unità organizzativa.
I licenziamenti di settembre 2025 colpiscono soprattutto il personale operativo: la lista comprende infatti macchinisti, personale di manovra, revisori del materiale rotabile e quello di preparazione dei treni. Per quanto riguarda i macchinisti, la società giustifica il loro licenziamento con una bassa produttività: secondo il ministero delle Infrastrutture, un macchinista di Pkp Cargo percorre in media solo 9.500 km all'anno, molto meno rispetto alla media nazionale di 20mila km e ai 50mila km dei migliori operatori privati. Il loro licenziamento ha causato una serie di blocchi stradali a luglio 2025, organizzati dal sindacato Związek Zawodowy Maszynistów Kolejowych. È intervenuta anche Solidarność, che ha presentato una petizione formale alla dirigenza di Pkp Cargo chiedendo il pagamento immediato di arretrati e indennità dovute ai dipendenti licenziati. Il futuro resta comunque incerto, perché Pkp Cargo non ha chiarito se attuerà altri licenziamenti anche nel 2026. Ciò dipenderà dai risultati finanziari di quest’anno e dai volumi trasportati.
Il piano di ristrutturazione prevede anche il forte ridimensionamento della società controllata Pkp Cargotabor, che svolge manutenzione e riparazione dei carri. Nel settembre 2024, i vertici aziendali hanno annunciato la chiusura di cinque dei suoi quindici impianti. Questo ridimensionamento potrà avere conseguenze operative, soprattutto per il traffico che riguarda i porti polacchi. Infatti, la perdita della capacità di riparazione rapida del materiale rotabile che trasporta merci verso i porti di Szczecin-Świnoujście e Gdańsk-Gdynia potrebbe compromettere l'efficienza logistica del Paese.

































































