L’Interporto Centro Ingrosso di Pordenone si prepara al giro di boa del 2026. Avviata la gara per la prossima gestione del terminal intermodale, il gruppo dirigente della struttura friulana stima che il contratto con la società assegnataria possa diventare operativo con il primo gennaio 2026. Attualmente il terminal è gestito da Hupac. Nel frattempo, l’Interporto, grazie agli investimenti già attuati o in corso, si presenta con le carte in regola per rilanciare la sua funzione al servizio del tessuto produttivo del Nord-Est.
Già nel 2014 la società friulana aveva stipulato un contratto pluriennale con Rfi per raccordare il terminal intermodale alla ferrovia Udine-Venezia e nel 2019 erano state concluse le opere di prima fase con l’ampliamento del numero di binari, la loro estensione a 750 metri secondo il modulo europeo e la pavimentazione del piazzale a supporto delle attività intermodali. Nel 2020, Rfi ha ultimato i lavori di adeguamento dello scalo di Pordenone per ottenere la qualifica di “stazione merci terminale” e per consentire il ricevimento delle merci pericolose Adr.
Il terminal intermodale si sviluppa su una superficie complessiva che sfiora i 14 ettari all’interno della struttura interportuale che raggiunge gli 840 ettari. La piattaforma è progettata per il ricevimento di treni dell’autostrada ferroviaria Ro-La ed è predisposta per l’installazione delle gru a portale. A disposizione ci sono 40mila metri quadri di magazzini raccordati per stoccare le unità intermodali. L’infrastruttura ferroviaria del terminal presenta tre binari elettrificati di presa e consegna di 750/800 metri e tre binari operativi di piazzale non elettrificati di 750 metri, oltre a un binario con funzione di asta di manovra, un binario di servizio e uno di raccordo con l’officina di riparazione e manutenzione dei locomotori.
L’Interporto ha già in programma nuovi investimenti che non sono a carico della futura società di gestione: l’allungamento dell’asta di manovra fino a 750 metri, un fascio di quattro binari per la sosta dei carri lunghi oltre mille metri, un portale ferroviario Ocr (Optical character recognition) che consentirà l’acquisizione di tutte le informazioni delle unità intermodali e dei carri ferroviari in partenza e in arrivo nel terminal, velocizzando così il controllo dei treni.
Il contratto di gestione del terminal da rinnovare avrà una durata di tre anni, rinnovabili per ulteriori tre, a partire dalla data presunta del primo gennaio 2026. L’importo messo a gara, per sei anni, sfiora i tre miliardi di euro: il corrispettivo si compone di una quota fissa e di una quota variabile calcolata sulla base del traffico delle Uti effettivamente movimentate via ferrovia, con un minimo garantito.
Piermario Curti Sacchi
























































