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    Autotrasportatore polacco bloccato per presunti legami con la Russia

    Foto: Vesta Polska

    La società di trasporto polacca Vesta Polska, che vanta una flotta di quasi cento autoarticolati e che ha la propria sede a Kopytòw, a pochi chilometri da Varsavia, è stata inclusa nella lista delle sanzioni dal ministero dell'Interno e dell'Amministrazione della Polonia. Di conseguenza, tutti i suoi conti bancari, le carte carburante e le carte di credito aziendali sono state immediatamente bloccate. Nella nota pubblicata l’8 dicembre 2023 sul sito del Governo polacco, si legge che la decisione è stata presa a causa dei legami tra la società polacca e l'azienda russa Vesta, situata nei pressi di Mosca.

    Il testo afferma che “Vesta Polska sp .zo o.o. operante nel settore dei trasporti fa parte del gruppo logistico russo con il nome internazionale Vesta Logistic Company, la cui società madre è la società russa Kompania Logistyczny Vesta (in russo: OOO Лoгucmuчecкaя Koмnaнuя Вesma) con sede a Mytishchi, Oblast di Mosca. Le società del gruppo Vesta operano nell'Unione Europea, in Russia e in Asia e la loro attività principale è il trasporto di prodotti, macchinari e attrezzature del settore petrolchimico. Il gruppo opera in un settore di importanza strategica per il Governo russo e la società madre paga le tasse in Russia e gestisce anche il commercio tra Russia e Polonia e altri Paesi. Per questi motivi il ministero ha deciso di inserire Vesta Polska nell'elenco delle attività da sanzionare, di congelare i fondi e le risorse economiche dell'azienda, di vietarne la partecipazione ad appalti pubblici e concorsuali e di bloccare qualsiasi attività che abbia lo scopo diretto o indiretto di aggirare le sanzioni”.

    Il presidente di Vesta Polska, Vitaly Rudnicki, ha dichiarato di essere stato informato dell'accaduto da un collega e non direttamente dal ministero, che avrebbe pubblicato la decisione sul proprio sito ufficiale di rappresentanza senza tuttavia inviare nessuna informativa ai diretti interessati. Dopo aver presentato ricorso - senza tuttavia ricevere alcun riscontro - Rudnicki, cittadino polacco di origine ucraina, ha rilasciato una lunga intervista al portale Business Insider assicurando che Vesta non dipende da nessuna azienda russa, sottolineando l'appartenenza ad un gruppo ungherese guidato dal manager Tomas Danku. Secondo Rudnicki, la decisione sarebbe un grosso errore e le perdite per il gruppo partirebbero da un minimo di 300mila pln al giorno (circa 70mila euro) e raggiungerebbero la cifra stratosferica di 700mila pln ogni 24 ore (pari a circa 171mila euro).

    Business Insider scrive che: “le affermazioni del ministero non sono vere. Non dipendiamo da nessuna azienda russa. Attualmente facciamo parte della holding Vesta Logistics Hungary LTD con sede a Budapest. La nostra azienda è stata effettivamente fondata nel 2008 da due imprenditori russi, ma da allora la proprietà è cambiata e oggi i due non hanno più nulla a che fare con noi. Le nostre attività non sostengono in alcun modo il regime russo. Abbiamo chiesto al ministero dell'Interno e dell'Amministrazione se in questo caso potesse esserci stato un errore ma non abbiamo ricevuto risposta”.

    Vesta Polska ha inoltre affermato di aver sostenuto l'Ucraina sin dalle prime fasi dell'aggressione russa. Avrebbe infatti messo appartamenti e case a disposizione di autisti e profughi e trasportato generatori di corrente e altri beni primari attraverso il confine orientale. Alcuni autisti del gruppo sarebbero anche tornati in patria per combattere l'aggressore, mentre la direzione di Vesta ha anche sottolineato di essere totalmente estranea al settore petrolchimico e di trasportare unicamente prodotti e imballaggi per l'igiene o articoli alimentari. La presunta casa madre russa, inoltre, non risulterebbe operativa dal novembre 2021 e ad oggi non ci esisterebbe nessun dipendente a carico di Vesta Russia.

    Si attende dunque una risposta del ministero dell'Interno, mentre gli autisti del gruppo sono oggi bloccati in tutta Europa senza carte carburante, senza fondi e dunque senza la possibilità di rientrare in patria. Intervenuti sui social network, molti conducenti hanno raccontato la loro situazione ed alcuni media polacchi hanno riportato la storia di Mariusz, che da 6 anni guida i mezzi di Vesta Polska e che dichiara di non essere mi stato in Russia e di non aver mai trasportato merci soggette a sanzioni. Mariusz è ora in Francia, non riceve il suo stipendio ed è costretto come molti colleghi ad evitare le autostrade, provvedendo con le proprie finanze ai rifornimenti di carburante necessari per fare rientro in patria, possibilmente prima di Natale. Intanto, il personale della sede di Kopytòw, che conta oltre 200 impiegati ad oggi lasciati senza stipendio, sta manifestando nel centro di Varsavia di fronte alla sede del Sejm, il Senato della Repubblica di Polonia (nella foto).

    Marco Martinelli

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