Per il il trasporto aereo merci, il Natale 2025 sembra essere arrivato in anticipo, ma sotto l'albero i vettori hanno trovato un regalo agrodolce: volumi in crescita, ma rendimenti sotto pressione e un motore trainante – quello del commercio elettronico – che inizia a perdere colpi, soprattutto negli Stati Uniti. Secondo l'ultima analisi di mercato diffusa il 4 dicembre da Xeneta, la domanda globale di cargo aereo ha registrato a novembre un aumento del 5% su base annua. Questo risultato consolida un quarto trimestre sorprendentemente robusto, che ha visto incrementi del 3% a settembre e del 4% a ottobre, smentendo le previsioni di una stagione di picco piatta.
Nonostante gli aerei viaggino più pieni, con un Dynamic Load Factor che ha toccato il 63% a novembre, le compagnie aeree non riescono a tradurre questa domanda in un aumento dei prezzi su base annua. Le tariffe spot globali sono scese del 5% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, attestandosi a 2,73 dollari per kg. Sebbene ci sia stato un aumento mensile del 6% rispetto a ottobre, questo è risultato decisamente più modesto rispetto al balzo del 9% registrato un anno fa. Niall van de Wouw, Chief Airfreight Officer di Xeneta, nota che questa disconnessione suggerisce come i vettori stiano inseguendo le quote di mercato a spese dei prezzi, comprimendo i rendimenti in un mercato già ribassista mentre la capacità è cresciuta di pari passo con la domanda.
Il dato più eclatante emerso dall'analisi riguarda però l'impatto delle normative doganali sui flussi globali, con il motore del commercio elettronico che sta chiaramente rallentando. Le restrizioni "de minimis" introdotte dagli Stati Uniti hanno avuto un effetto immediato e drastico, causando un crollo dei volumi del commercio elettronico dalla Cina verso gli Stati Uniti di ben il 51% a ottobre. Al contrario, l'Europa è diventata la valvola di sfogo per i colossi dell'export cinese: le spedizioni di commercio elettronico dalla Cina verso il Vecchio Continente sono esplose del 47%, grazie anche a un agile riposizionamento della capacità di stiva degli aerei tutto merci dal Transpacifico alle rotte Asia-Europa. Tuttavia, dopo 27 mesi consecutivi di crescita vicina al 40%, le vendite totali di commercio elettronico transfrontaliero della Cina sono rimaste piatte a ottobre, segnando un potenziale punto di svolta strutturale in vista delle riforme che anche l'UE introdurrà nel 2026.
Sul fronte dei dazi statunitensi, l'analisi porta una nota di realismo: l'impatto tariffario effettivo si sta attestando tra il 10% e il 12%, ben lontano dalle minacce del 30-100% paventate ad aprile. Sebbene l'incertezza sia palpabile, questo livello non sta ancora colpendo la domanda dei consumatori in modo drammatico. Tuttavia, Xeneta ammonisce che il vero contraccolpo potrebbe arrivare nel 2026 quando, con le scorte in esaurimento, i maggiori costi verranno trasferiti ai consumatori finali proprio mentre la fiducia degli acquirenti statunitensi inizia a vacillare.
Guardando al nuovo anno, l'industria deve prepararsi a un atterraggio complesso. Xeneta prevede per il 2026 una crescita della domanda modesta, ferma a una singola cifra bassa intorno al 2-3%. Il problema strutturale sarà l'offerta che crescerà più della domanda, mantenendo un forte impatto negativo sulle tariffe. In uno scenario di crescita stagnante, l'unico modo per gli spedizionieri di espandersi sarà sottrarre volumi ai concorrenti, prospettando un 2026 caratterizzato da una feroce competizione per le quote di mercato a tutto vantaggio dei caricatori.
Antonio Illariuzzi































































