Dopo i rialzi sostenuti registrati in primavera, i noli spot del trasporto container via mare stanno attraversando una fase di netta contrazione. I dati diffusi da Xeneta, aggiornati al 31 luglio 2025, raccontano un mercato in rapido raffreddamento, soprattutto lungo le rotte che collegano l'Estremo Oriente agli Stati Uniti. Il segnale più evidente arriva dai collegamenti con costa occidentale statunitense, dove le tariffe spot sono scese a 2.264 dollari per feu, con un calo del 59% rispetto al picco del 5 giugno. Anche sulla costa orientale il ritracciamento è marcato: le tariffe si attestano ora a 3.775 dollari, in flessione del 46% rispetto al massimo toccato il 15 giugno. Le previsioni indicano un’ulteriore discesa nel corso della prima metà di agosto, con valori che potrebbero scendere sotto i duemila dollari sulla costa occidentale e i 3.500 su quella orientale.
Dopo la salita costante tra aprile e giugno, la curva delle tariffe ha subito una discesa repentina nel mese di luglio, con un andamento a “scalini” che riflette una serie di ribassi progressivi. I livelli attuali, almeno sulla costa occidentale, sono ormai tornati vicini a quelli precedenti la crisi del Mar Rosso, a testimonianza del fatto che l’effetto indiretto delle deviazioni via Capo di Buona Speranza si sta esaurendo.
Anche le rotte verso l’Europa mostrano segnali di raffreddamento, pur con minore intensità. Le tariffe dal Far East verso il Nord Europa restano stabili a 3.358 dollari per feu, mentre quelle verso il Mediterraneo sono scese dell’11% nel mese di luglio, attestandosi ora a 3.662 dollari. Interessante è il progressivo riavvicinamento tra queste due rotte, il cui differenziale tariffario si è ridotto a soli 304 dollari, il minimo da novembre 2024. Secondo Xeneta, la parità tra Mediterraneo e Nord Europa potrebbe avvenire già nel mese di agosto, segno che i vettori stanno affrontando una crescente difficoltà nel mantenere premi di nolo verso i porti del Sud Europa.
Più stabili invece le tariffe tra Nord Europa e la costa orientale americana, dove i noli si mantengono intorno ai 1.993 dollari per feu. In questa rotta, il mercato sembra meno esposto alle dinamiche speculative che hanno caratterizzato i flussi transpacifici e più condizionato da una domanda strutturalmente debole.
Alla base di questo ridimensionamento dei noli c’è, secondo Xeneta, una domanda globale che non riparte, nemmeno alla luce dei nuovi accordi commerciali siglati dagli Stati Uniti con alcuni Paesi asiatici. La capacità disponibile resta elevata e, con una stagione di picco che in Europa si è rivelata più debole del previsto, i vettori faticano a difendere i livelli tariffari raggiunti in primavera. La prospettiva è quindi quella di un mercato ancora esposto a pressioni ribassiste, che potrebbero costringere le compagnie a nuove misure di contenimento dell’offerta, come la cancellazione di partenze o la ridistribuzione dei servizi.
Per gli spedizionieri, la discesa dei noli rappresenta un’opportunità, ma non è sufficiente a compensare i maggiori costi doganali e fiscali imposti in alcune aree. In un contesto così volatile, diventa strategico mantenere la massima flessibilità, evitando impegni di lungo periodo, soprattutto sulle rotte asiatico-americane. Al tempo stesso, la convergenza tra Mediterraneo e Nord Europa può suggerire una riconsiderazione delle scelte logistiche, valutando anche tempistiche e condizioni di trasporto più favorevoli.
Per i vettori la sfida è doppia: da un lato, contenere l’impatto dei ribassi senza compromettere i volumi; dall’altro, adottare strategie più selettive e resilienti, soprattutto su quelle rotte – come il Mediterraneo – dove la pressione concorrenziale e la sovracapacità rischiano di erodere i margini già nel breve periodo.

































































