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    Il Garante Concorrenza frena sulla vendita del Terminal San Giorgio di Genova

    Foto: Ignazio Messina

    Il Garante per la Concorrenza frena sull’acquisizione della società Terminal San Giorgio – che opera nel porto di Genova – da parte d’Ignazio Messina, sostenendo che porterebbe uno svantaggio competitivo nei confronti di Grimaldi nel trasporto di rotabili. L’Autorità ha pubblicato l’analisi e la decisione sul bollettino emesso il 4 marzo 2024. Ricordiamo che Ignazio Messina comunicò l’operazione al Garante nel novembre del 2023 e già in prima battuta quest’ultimo chiese ulteriori informazioni, fornite a dicembre.

    L’analisi del Garante inizia ricordando che Ignazio Messina opera nello scalo ligure attraverso il terminal multipurpose Intermodal Maritime Terminal, che insiste su due aree: la prima a Ponte Ronco e la seconda in concessione a un’associazione temporanea d’impresa tra la stessa Ignazio Messina e la Terminal San Giorgio. Quest’ultima gestisce due banchine a Ponte Somalia e due a Ponte Libia. Per comprendere la decisione del Garante bisogna aggiungere che la Ignazio Messina è partecipata da Marinvest, società del Gruppo Msc, mentre Terminal San Giorgio è controllata, tramite Autosped, dal Gruppo Gavio.

    In tale situazione già complessa, il Garante ha dovuto decidere sull’acquisizione dell’intero capitale sociale di Terminal San Giorgio da parte d’Ignazio Messina. Quest’ultima ha dichiarato che la prima resterà autonoma e che i rapporti tra le due società saranno regolati da un apposito accordo operativo e commerciale per la gestione di aree e banchine. In virtù delle varie partecipazioni societarie che abbiamo sintetizzato, il Garante rileva che “l’operazione di acquisizione di TSG da parte di IM&C sembrerebbe comportare (i) l’acquisizione del controllo esclusivo da parte di Gruppo Messina dell’attività terminalistica svolta sull’area in concessione all’ATI Messina-San Giorgio, in precedenza soggetta al controllo congiunto di Gruppo Messina (attraverso IM&C) e TSG, (ii) l’acquisizione del controllo esclusivo, da parte di IM&C, del terminal in concessione a TSG localizzato su Ponte Somalia e di conseguenza (iii) l’acquisizione da parte di Gruppo Messina e Marinvest del controllo congiunto, attraverso IM&C, del terminal in concessione a TSG localizzato su Ponte Somalia, che appare non ricadere nel Terminal Business coperto dal patto parasociale di cui sopra”.

    Il patto parasociale di cui si fa rifermento è quello tra Ignazio Messina e Marinvest, che di fatto “ha lo scopo di escludere il controllo congiunto di Gruppo Messina e di Marinvest sul cosiddetto Terminal Business, attraverso (i) l’esclusione di diritti di veto degli amministratori designati da Marinvest sulle decisioni relative alle Terminal Business Reserved Matters e (ii) il conferimento agli amministratori designati da Gruppo Messina del diritto di approvare qualsiasi risoluzione sulle Terminal Business Reserved Matters”. Quindi “si deve ritenere che il Terminal Business ricada nel controllo esclusivo di Gruppo Messina”.

    Pertanto, prosegue il Garante, “sulla base degli elementi allo stato a disposizione, l’operazione di acquisizione di TSG da parte di IM&C sembrerebbe comportare (i) l’acquisizione del controllo esclusivo da parte di Gruppo Messina dell’attività terminalistica svolta sull’area in concessione all’ATI Messina-San Giorgio, in precedenza soggetta al controllo congiunto di Gruppo Messina (attraverso IM&C) e TSG, (ii) l’acquisizione del controllo esclusivo, da parte di IM&C, del terminal in concessione a TSG localizzato su Ponte Somalia e di conseguenza (iii) l’acquisizione da parte di Gruppo Messina e Marinvest del controllo congiunto, attraverso IM&C, del terminal in concessione a TSG localizzato su Ponte Somalia, che appare non ricadere nel Terminal Business coperto dal patto parasociale di cui sopra”.

    Dopo avere analizzato la situazione di mercato dei terminal interessati (rilevando che “i compendi gestiti da TSG costituiscono il maggior terminal conto terzi per merci su rotabili del porto di Genova, movimentando circa il 44% delle merci su rotabili del porto di Genova, incluse le auto nuove/usate (che rappresentano meno del 10% del traffico del terminal gestito da TSG”), il Garante trae delle conclusioni sul possibile condizionamento da parte di Marinvest sui traffici ro-ro che insistono sul porto di Genova. Ciò perché il Gruppo Msc partecipa a due compagnie operanti in questo settore: Gnv e Moby (di cui Shipping Agencies Services, controllante diretta di Marinvest, ha il 49%).

    Il Garante conclude che “gli elementi finora acquisiti inducono a ritenere sussistente per Marinvest l’abilità ad escludere dai mercati del trasporto marittimo di merci su rotabili, in virtù della circostanza che il compendio in concessione a TSG su Ponte Somalia, il quale per effetto della presente concentrazione verrà sottoposto al controllo congiunto di Marinvest e che effettua circa il [40-45%] del traffico di merci su rotabili sviluppato da Grimaldi nel porto di Genova, non è facilmente sostituibile per il gruppo Grimaldi. Infatti, il terminal dell’ATI Messina-San Giorgio non ha capacità sufficiente per accogliere il traffico svolto su Ponte Somalia e non vi sarebbe capacità non utilizzata sufficiente a sostituire quella del compendio di Ponte Somalia presso altri terminal dei porti di Genova e Savona, di Vado Ligure e di Marina di Carrara”.

    In concreto, l’acquisizione di Terminal San Giorgio da parte d’Ignazio Messina sfavorirebbe Grimaldi, che “non potrebbe spostare i propri traffici su un altro terminal a fronte di un aumento del prezzo dei servizi di terminal praticati su tali aree. Perciò, Grimaldi sarebbe costretto ad aumentare il costo dei propri servizi ai clienti finali, diventando immediatamente meno competitivo nei confronti di GNV, oppure a ridurre i propri margini e quindi i fondi disponibili per sostenere la propria competitività nel medio-lungo periodo”.

    Inoltre, “dal punto di vista di Marinvest, la riduzione dei profitti su TSG derivante da una eventuale riduzione del traffico rotabili di Grimaldi potrebbe essere più che compensata dai maggiori profitti di GNV, nell’ipotesi in cui i clienti che abbandonano Grimaldi siano in larga misura ricatturati da GNV, unico concorrente sulle rotte verso la Sicilia e verso Malta”. Non solo: “Un aumento del prezzo del servizio terminalistico di TSG su Ponte Somalia nei confronti di Grimaldi potrebbe avere come conseguenza un aumento del nolo che Grimaldi richiede agli autotrasportatori clienti e quindi una riduzione delle merci trasportate da Grimaldi, di cui potrebbe beneficiare GNV”.

    Questa situazione potrebbe comportare “una riduzione dei ricavi per TSG e quindi per Gruppo Messina, a causa della riduzione delle quantità trasportate da Grimaldi a partire da Ponte Somalia”, perdita che però sarebbe compensata “dallo spostamento da parte di Marinvest dei traffici Ro-Ro di GNV dalla (congestionata) Stazioni Marittime sul terminal dell’ATI Messina – San Giorgio e sul terminal TSG di ponte Somalia”.

    In definitiva, conclude il Garante “Marinvest appare avere la capacità e l’incentivo ad aumentare il prezzo dei servizi di TSG ai concorrenti nel trasporto marittimo di merci su rotabili”. Perciò “l’operazione in esame appaia suscettibile di ostacolare, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, della legge n. 287/1990, in modo significativo la concorrenza effettiva, anche a causa della costituzione di una posizione dominante, nel mercato dei servizi di terminal per merci su rotabili e in alcuni mercati verticalmente collegati del trasporto marittimo di merci su rotabili”.

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