Il 9 novembre 2025 il generale Yusuf Hassan al-Madani, Capo di Stato Maggiore delle forze armate Houthi, ha pubblicato online una lettera indirizzata alle Brigate al-Qassam di Hamas in cui annuncia la sospensione delle operazioni militari contro Israele e contro il traffico marittimo del Mar Rosso, a un mese dall’entrata in vigore della tregua nella Striscia di Gaza. Ha però aggiunto che "stiamo monitorando da vicino gli sviluppi e dichiariamo che se il nemico riprenderà la sua aggressione contro Gaza, torneremo alle nostre operazioni militari in profondità all'interno dell'entità sionista e ripristineremo il divieto di navigazione israeliana nel Mar Rosso e nel Mare Arabico".
La campagna degli Houthi iniziò nel novembre 2023, dichiarando di agire in solidarietà con i palestinesi durante il conflitto tra Israele e Hamas a Gaza. Da allora, oltre cento navi cargo sono state attaccate con droni e missili nei due anni successivi, causando l’affondamento di quattro navi con la morte di nove marinai e il ferimento di numerosi altri membri dell'equipaggio. L'ultimo attacco rivendicato dagli Houthi prima del cessate il fuoco ha colpito la nave cargo olandese Minervagracht il 29 settembre 2025, uccidendo un membro dell'equipaggio e ferendone un altro, mentre da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco a Gaza non sono stati segnalati nuovi attacchi.
Come è noto, queste azioni hanno spinto le navi, tra cui la maggior parte delle portacontainer, a circumnavigare l’Africa, allungando i tempi di viaggio dall’Asia all’Europa di una o due settimane, secondo la destinazione, e aumentando quindi i costi. Non sono aumentati solo i costi d’esercizio delle navi, ma anche quelli delle assicurazioni, che in alcuni sai sono raddoppiati, raggiungendo l’uno percento del valore della nave, al fronte del precedente 0,3-0,4%.
Ora la domanda è: le portacontainer torneranno nel Mar Rosso? Qualcuna lo sta già facendo, soprattutto quelle della francese Cma Cgm. A gennaio 2025 passò, in via eccezionale, la Cma Cgm Columba, che opera tra l’India e l’Europa e più recentemente, il 7 novembre, ha raggiunto il Canale di Suez la Cma Cgm Benjamin Franklin, la portacontainer più grande a farlo dopo l’inizio della crisi. E la prossima dovrebbe essere le Cma Cgm Zheng He.
Le altre compagnie marittime sono però più caute, anche perché gli Houthi parlano di sospensione, ma non una vera e propria interruzione. Tutto dipende ancora da che cosa accadrà a Gaza. In tutti i casi, gli analisti sostengono che un’eventuale ripresa della navigazione nel Mar Rosso sarà graduale e avverrà nel corso di mesi. E non solo per decisione delle compagnie di navigazione, ma anche degli assicuratori, che dovranno ridurre drasticamente i premi. Maersk, per esempio, ha annunciato l'intenzione di continuare con il re-indirizzamento intorno all'Africa via Capo di Buona Speranza fino a quando la navigazione attraverso il Mar Rosso e il Golfo di Aden non potrà essere garantita nel lungo termine.
Più ottimista è il presidente dell'Autorità del Canale di Suez, Osama Rabie, secondo cui le entrate del Canale di Suez dovrebbero raggiungere 4,2 miliardi di dollari entro la fine del 2025, rispetto ai 3,9 miliardi del 2024, segnando un aumento del 7,6%. Ha attribuito questo miglioramento alla "graduale ripresa del trasporto marittimo globale attraverso il Mar Rosso e il Canale, a seguito di un rallentamento causato dalle tensioni di sicurezza regionali". La situazione resta quindi ancora fluida, in un contesto economico reso incerto anche dalla persistente instabilità sui dazi statunitensi. In questo caso una risposta verrà dalla Corte Suprema, che entro la fine dell’anno dovrebbe stabilire se quelli adottati da Trump sono legittimi.
































































