L'intesa tra le compagnie, che insieme trasportano l'80% dei container movimentati all'interno della Cina, è stata fortemente voluta (se non imposta) dal Governo, nell'ambito di una razionalizzazione delle attività volta a ridurre i costi. Nella fase iniziale, CSCL e Cosco metteranno in comune le portacontainer lungo le rotte tra il nordest del Paese e le provincie di Fujian e Shantou. In futuro l'alleanza potrebbe estendersi anche su altre rotte cinesi. Ma alcuni osservatori ritengono che se le condizioni del trasporto globale del container peggioreranno, in termini di volumi e tariffe, il passo successivo potrebbe prevedere una collaborazione anche in ambito internazionale.
I vertici delle due compagnie non hanno potuto esprimere molta opposizione all'invito del Governo, perché entrambe mostrano forti perdite nel primo semestre del 2012: quella di CSCL ammonta a 205 milioni di dollari, mentre quella di Cosco è di poco superiore (207 milioni). Al Governo è bastato minacciare di non fornire più alcun aiuto finanziario se non fosse stato siglato l'accordo. D'altra parte, entrambe le società sono controllate dallo Stato, che magari in futuro potrebbe valutare anche l'ipotesi di una fusione per creare un unico colosso globale. Un'operazione che non sarebbe comunque semplice, viste le dimensioni delle compagnie. Ma neppure impossibile per uno Stato che ha creato, qualche secolo fa, una muraglia lunga 8850 chilometri.
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter bisettimanale con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!