Il porto di Trieste sta vivendo una fase critica, che coinvolge – seppure in modo diverso – le due attività connesse al trasporto intermodale, mentre al vertice dell’Autorità portuale è in stallo la nomina del presidente. Ad agosto 2025 è esplosa la controversia tra Grimaldi e Dfds sugli approdi per i traghetti che svolgono il servizio tra Italia e Turchia, con questioni che riguardano la concorrenza leale, la gestione delle infrastrutture portuali e l’accesso equo alle infrastrutture. La compagnia italiana ha accusato la concorrente danese dell’uso improprio del terminal di Hhla Plt Italy, perché Dfds dispone già di un proprio approdo per navi ro-ro gestito da Samer Seaports & Terminals.
Il terminal Hhla Plt Italy, operativo dal 2021 e gestito dalla controllata del gruppo tedesco Hamburger Hafen und Logistik, è stato concepito come terminal "multipurpose e common user". Con una superficie totale di 270mila metri quadrati e due banchine da 360 e 414 metri rispettivamente, l’impianto ha anche rampe ro-ro e collegamenti ferroviari. La sua caratteristica fondamentale è quella di essere un terminal neutro, situato nella Zona Franca del Porto di Trieste e aperto a tutti gli operatori marittimi.
Invece, Dfds dispone di un proprio approdo nel terminal Samer Seaports & Terminals, situato nell'area di Riva Traiana e Molo V nel Porto Franco Nuovo di Trieste. Questo impianto comprende un'area scoperta di 175mila metri quadrati, con banchine operative dotate di tre rampe in grado di ospitare tre navi ro-ro e altri due ormeggi convenzionali. Il terminal Samer è dedicato ai semirimorchi che si muovono tra Europa e Turchia e include anche il terminal ferroviario che opera treni fra Trieste e Salisburgo.
A fronte di tale situazione, L’Autorità portuale avrebbe spinto Dfds a lasciare gli approdi del terminal Hhla Plt Italy agli armatori che non dispongono un proprio impianto. Quindi, Grimaldi ha rivendicato il ruolo di “liberatore” dello scalo giuliano da un monopolio che Dfds avrebbe consolidato fra Trieste e l'area commerciale di Istanbul/Marmara. Nel porto italiano opera anche la compagnia turca Ulusoy, che però Grimaldi non considera un vero e proprio concorrente perché serve solo la zona di Çeşme, a 600 chilometri da Istanbul. Grimaldi aggiunge che la compagnia danese avrebbe la possibilità di attraccare tutte le sue navi ro-ro al terminal Samer, ma usa quello Hhla Plt Italy per ostacolare il suo traffico, generando anche una congestione di veicoli industriali. Insomma, sarebbe un boicottaggio nei confronti di Grimaldi.
La vertenza è complicata dal secondo problema che travaglia il porto giuliano: l’instabilità dell’Autorità portuale dopo le dimissioni del commissario straordinario Antonio Gurrieri, presentate a luglio 2025 pochi giorni dopo il suo insediamento. Al suo posto il ministro dei Trasporti ha nominato Donato Liguori, che resterà però in carica fino al 30 settembre. Poi dovrebbe arrivare un nuovo presidente, ma all’inizio di settembre la situazione appare incerta. Sono apparsi nella stampa locale alcuni nomi (Alberto Rossi, Vittorio Torbianelli, Sandra Primiceri e Massimo Campailla), ma finora il ministero non si è espresso e comunque serve anche il via libera della Regione Friuli Venezia-Giulia, oltre che il parere del Parlamento.
Intanto dall’inizio del 2025 il porto sta segnando il passo nel trasporto di container, dopo un lungo periodo di crescita. Nel primo semestre le banchine giuliane hanno movimentato 383.008 teu, con una flessione dell’1,74% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di questi, 273.758 teu sono stati indirizzati verso l’interno, mentre 109.250 teu sono stati trasbordati su altre navi. É andato meglio il traffico ro-ro, cresciuto del 5,28% a 155.391 unità, con 477 toccate.

































































