Hyundai Motor conferma di puntare sul camion elettrico a celle a combustibile alimentate con idrogeno e annuncia di volerlo abbinare alla guida autonoma di livello 4. al Solutrans 2025 di Lione ha così esposto il trattore stradale Xcient Fuel Cell, che già circola in dieci Paesi. Il costruttore ha ricordato come il modello, lanciato nel 2020, abbia percorso oltre sedici milioni di chilometri, un dato che conferma la maturità della tecnologia e la capacità del veicolo di sostenere operazioni continuative nel trasporto merci. La catena cinematica a celle a combustibile alimenta un motore elettrico da 350 kW, mentre l’autonomia raggiunge 500 chilometri grazie ai serbatoi di idrogeno ad alta pressione e ai tempi di rifornimento ridotti.
Negli Stati Uniti, un mercato centrale per il trasporto pesante, Xcient Fuel Cell è al centro di due iniziative operative che mostrano la scalabilità della soluzione. Il progetto Norcal Zero impiega trenta unità nei porti di Oakland e Richmond, aree con un elevato traffico merci e obiettivi stringenti di riduzione delle emissioni. Parallelamente, l’iniziativa logistica Htwo utilizza ventuno camion per le attività dell’impianto Hyundai Motor Group Metaplant America in Georgia, dove l’idrogeno viene prodotto e distribuito direttamente sul sito industriale, riducendo tempi logistici e complessità nei rifornimenti.
Queste applicazioni indicano che il veicolo può operare in contesti ad alta intensità senza modificare le dinamiche delle flotte, sostenendo cicli di lavoro continuativi e una gestione compatibile con le esigenze del trasporto pesante. La strategia di Hyundai punta però anche allo sviluppo dell’ecosistema dell’idrogeno, integrando l’infrastruttura di rifornimento e una pianificazione orientata ai corridoi a elevato utilizzo per merci e container.
La Casa coreana sta inoltre sperimentando un’evoluzione autonoma del camion, abbinando la propulsione a idrogeno a un sistema di guida di livello 4 sviluppato da Plusai. Il modello è progettato per operazioni hub-to-hub su lunghe percorrenze, con un potenziale aumento dei tempi di attività e una riduzione dei costi operativi. Questa integrazione risponde anche a esigenze strutturali del settore come la carenza di autisti e la necessità di garantire continuità nelle consegne.
Massimiliano Barberis

































































