Dimenticate per un attimo i classici Tutor o gli autovelox visibili a occhio nudo, perché lungo l'autostrada A3 Napoli-Salerno il controllo si nasconde sotto l'asfalto. In questo reportage del videocast K44 Checkpoint, siamo trasportati nel cuore di un sistema di sorveglianza invisibile ma implacabile: piastre tecnologiche annegate nella carreggiata capaci di pesare i veicoli industriali in corsa, senza imporre alcuno stop preventivo. È una tecnologia che comunica in tempo reale con i tablet della Polizia Stradale, fornendo dati precisi su targa, velocità e tonnellaggio mentre il camion è ancora in movimento, trasformando la strada stessa in una bilancia ad alta precisione.
L'indagine video svela un dettaglio cruciale che va oltre la semplice burocrazia, spiegando che la severità dei controlli non è un vezzo punitivo ma una necessità ingegneristica dettata dalla conformazione dei viadotti della A3, i quali non possono sopportare carichi strutturali superiori alle 40 tonnellate. Si crea così una situazione particolare in cui il limite dell'infrastruttura prevale su quello generico del Codice della Strada, rendendo questo sistema un presidio per evitare il crollo o il danneggiamento dei ponti, garantendo l'incolumità di tutti gli automobilisti.
Ciò che colpisce maggiormente del racconto è l'assenza di scampo per chi viola le regole. Se in direzione sud le pattuglie della Polstrada ricevono l’allarme e intercettano fisicamente i trasgressori per scortarli alle pese statiche, mentre in direzione Nord o agli accessi locali il meccanismo può bloccare automaticamente le sbarre dei caselli se il peso rilevato dai sensori antecedenti l'ingresso è eccessivo. Il video documenta tutto questo mostrando anche il caso reale di un mezzo fermato con un carico impressionante di oltre 50 tonnellate.



































































