Il 2024 si è chiuso con un bilancio contrastante per la sicurezza stradale in Italia. Secondo i dati elaborati da Aci–Istat, il numero totale degli incidenti è cresciuto a 173 mila, con un aumento del 4,1% rispetto all’anno precedente, così come i feriti, che superano le 233 mila unità. I decessi, invece, restano sostanzialmente stabili: 3.030, un lieve calo dello 0,3% rispetto al 2023, ma ancora oltre la soglia delle tremila unità.
La rilevazione del 2024 mostra che il quadro varia a seconda delle tipologie di strada. Le autostrade registrano un netto peggioramento, con più incidenti (+6,9%), feriti (+7,0%) e decessi (+7,1%). In ambito urbano gli incidenti aumentano, ma la mortalità è leggermente in calo (-2,1%). Restano invece critiche le strade extraurbane, dove si concentra quasi la metà dei decessi complessivi (48,6%) e l’indice di mortalità tocca quota 4, contro 2,7 delle autostrade e 1 delle strade cittadine.
L’analisi delle cause conferma un copione ormai noto. Guida distratta, mancato rispetto di precedenze e semafori e velocità eccessiva sono le tre voci che più pesano sulla sinistrosità, responsabili da sole di quasi il 38% degli episodi. Nel dettaglio, la distrazione è al primo posto sulle strade extraurbane (22,1% dei casi), mentre in città è il mancato rispetto delle precedenze a prevalere (16,4%). La velocità troppo elevata pesa per l’11,2% degli incidenti fuori dai centri abitati. Seguono le manovre irregolari e la mancata distanza di sicurezza, che insieme valgono oltre il 14% dei casi. Non secondario resta il tema delle sostanze: nei rilievi di Polizia e Carabinieri, circa l’8% degli incidenti ha coinvolto almeno un conducente in stato di ebbrezza e il 3% sotto l’effetto di stupefacenti.
Un dato particolarmente preoccupante riguarda gli occupanti dei veicoli per il trasporto merci, che nel 2024 hanno pagato un prezzo molto più alto rispetto all’anno precedente. Le vittime tra gli autocarri sono state 146, con un incremento del trenta percento. All’interno di questa cifra, i furgoni sotto le 3,5 tonnellate hanno registrato 50 morti, mentre i mezzi più pesanti ne contano 96. Nel primo caso, quasi la metà dei decessi avviene in incidenti a veicolo isolato (48%), seguiti da collisioni con auto (24%) e altri furgoni (16%). Nei veicoli pesanti, invece, domina lo scontro tra veicoli industriali (43,8%), seguito dagli impatti con le auto (25%) e dagli incidenti isolati (26%).

































































