Nella giornata di domenica 3 agosto il Ministro polacco Marcon Kierwinski ha annunciato l'estensione dei controlli sul confine tedesco e lituano fino al 4 ottobre, prolungando la scadenza precedentemente fissata per il 5 agosto. All'annuncio ha poi fatto seguito un emanamento ufficiale, pubblicato venerdì ed immediatamente notificato alla Commissione Europea.
"Queste decisioni mirano a chiudere la rotta migratoria riaperta oggi attraverso Lituania e Lettonia", ha spiegato Kierwiński. "A settembre, sulla base dei dati forniti dalla Guardia di Frontiera, dall'esercito e dalla polizia, prenderemo decisioni su se e quali saranno i nostri prossimi passi in merito". Il ministro ha inoltre sottolineato come i controlli riescano a bloccare il 98% dei transiti irregolari, motivo per cui l'immigrazione clandestina si starebbe spostando su altre rotte. Dati alla mano, un recente rapporto dal ministero degli Interni polacco afferma che tra il 7 e il 30 luglio sono state ispezionate 243.683 persone e 110.212 veicoli, bloccando l'accesso in 105 casi. I dati sono stati però contestati dalla autoproclamate pattuglie di frontiera nazionaliste polacche, sicure che la Germania abbia respinto e rimandato in Polonia centinaia di rifugiati richiedenti asilo.
Dall'altro lato del confine, i tedeschi avrebbero accolto con favore l'estensione dei controlli ed avrebbero, a loro volta, potenziato le attività della polizia di frontiera. Il numero degli agenti impiegati al confine, secondo i dati forniti da Berlino, è infatti in continuo aumento e dagli 11mila di maggio si è passati agli attuali 14mila. Sono stati inoltre allungati i turni di guardia, i congedi vengono concessi in modo più restrittivo e sono stati organizzati voli di rimpatrio verso Siria e Afghanistan. Anche in Germania, tuttavia, questa manovra aggressiva ha suscitato critiche e sollevato polemiche.
Il ministro dell'Economia della Sassonia ha infatti sottolineato i disagi causati dai controlli, molto spesso a carico di pendolari e trasportatori. Lunghi tempi di attesa, pianificazione incerta e interruzione dei flussi di merci avrebbero, secondo il ministro, un forte impatto sull'economia e rappresenterebbero una minaccia a tutti i traguardi raggiunti grazie al libero scambio nell'area Schengen.
L'estensione dei controlli sui confini è stata accolta positivamente anche dalle Autorità lituane che, pur ammettendo i pesanti ritardi nell'attraversamento dei valichi, hanno confermato la necessità di interrompere i flussi migratori illegali. 'Comprendiamo la decisione della Polonia di estendere i controlli temporanei alla frontiera interna" si legge sul sito del ministero degli Interni lituano. "Devono essere adottate tutte le misure necessarie per controllare l'immigrazione clandestina. Questa decisione non è certamente rivolta ai cittadini lituani, ma è una misura volta a prevenire l'immigrazione secondaria. I nostri funzionari stanno inoltre lavorando responsabilmente per garantire che la frontiera lituana sia il più sicura possibile. Continueremo a collaborare strettamente con la Polonia per garantire che i controlli di frontiera non creino disagi a chi viaggia dalla Lituania alla Polonia”.
Il Governo ha inoltre consigliato rotte preferenziali a chi programma un viaggio in Polonia in auto, suggerendo valichi più fluidi e meno congestionati e sottolineando che i disagi proseguiranno per tutta l'estate. Attualmente tutto il traffico merci transita per il valico di Kalvarija, collegato alla città polacca di Suwalki, dove sono previste lunghe attesa anche a causa dell'aumento del flusso automobilistico legato alle vacanze. La tensione rimane quindi alta e la Polonia, ancora una volta, si conferma come punto focale del trasporto europeo. Resta l'interrogativo sulla tenuta del libero scambio, interrotto da manovre temporanee che stanno via via assumendo una dimensione permanente.
Marco Martinelli
































































