A una settimana dall’esplosione che il 4 luglio 2025 ha distrutto l’area di servizio Eco Gasauto in via dei Giordani, a Roma, la Procura ha iscritto la prima persona nel registro degli indagati: è l’autista dell’autocisterna che stava rifornendo di Gpl l’impianto. L’uomo arrivò intorno alle 8.00 al distributore per rifornire il serbatoio sotterraneo. Secondo una prima ricostruzione, durante il travaso del gas avvenne sarebbe avvenuta una prima esplosione, intorno alle 8.06, che venne immediatamente segnalata al 112. Il gas fuoriuscito invase l'area del distributore, creando una miscela esplosiva nell'aria. Quando arrivò la prima squadra dei Vigili del Fuoco, alle 8.12, era già in corso un primo incendio.
La seconda esplosione la più devastante, si verificò alle 8.18 con il collasso dell'autocisterna che conteneva grandi quantità di gas. I Vigili del Fuoco hanno definito questo evento come un "blif da Gpl" (ossia malfunzionamento dell'impianto del gas) equiparabile all'esplosione di una bomba. L’esplosione ha colpito 45 persone, ma soprattutto il responsabile della stazione di servizio, che si trovava nel gabbiotto al momento dell'esplosione – che è morto il 9 luglio in ospedale per le ustioni – e lo stesso autista in seguito indagato, che stava svolgendo le operazioni di scarico. Tra gli altri feriti ci sono 24 passanti e residenti degli edifici circostanti, 18 operatori delle Forze dell’ordine (11 poliziotti, 6 vigili del fuoco e carabiniere) e tre operatori sanitari del 118.
Subito dopo l’incidente, il procuratore di Roma Giovanni Conzo ha aperto un fascicolo per disastro colposo e lesioni gravi, estendendolo poi a omicidio colposo dopo la morte del gestore dell’impianto. Gli inquirenti hanno acquisito filmati delle videocamere del deposito di materiale ferroso adiacente alla stazione che mostrano l'arrivo dell'autocisterna e l'inizio delle operazioni, uno strappo di una valvola, i tentativi dell’autista di fermare la perdita di gas e la sequenza che ha portato alle due esplosioni.
L’indagine si è quindi indirizzata su un errore umano nella fase di scarico, ma anche sulle condizioni del distributore, ipotizzando il mancato funzionamento dell'impianto antincendio o la sua inefficacia nel contrastare il primo rogo. Gli inquirenti valutano anche le distanze dall’impianto da altri edifici e attività. Infatti sorge in un quartiere densamente popolato, vicino a scuole e a un centro sportivo e a un deposito di materiali metallici.
L’incidente mette alla luce anche l’inadeguatezza della normativa sui distributori di carburanti, che risale al 1960. essa prevede una distanza minima di 15 metri dagli edifici per impianti con serbatoi fino a 13 mc e 22 metri da scuole, ospedali e centri sportivi. L’esplosione di Roma ha causato danni in un raggio di 300 metri, distruggendo completamente la stazione di servizio e danneggiando gravemente il centro sportivo Villa De Sanctis, oltre che causare un incendio a un deposito di ambulanze e rompere centinaia di vetri agli edifici circostanti.





















































