La deputata chiede un intervento diretto della Commissione "Per salvaguardare la tenuta occupazionale nell'autotrasporto, messa a rischio dall'applicazione della normativa Ue sul distacco comunitario". La Serracchiani porta come esempio l'Italia: "Per alcune aziende italiane operanti nel settore dei trasporti sembra ormai pratica diffusa avvalersi di prestazioni di personale di lavoro temporaneo fornito da agenzie interinali stabilite in altri Paesi Ue, con conseguenze negative sul fronte occupazionale per la categoria". Ma il problema ha assunto ormai una dimensione comunitaria e sta provocando la reazione degli autisti dell'Europa Occidentale, come mostra il successo delle pagine su Facebook che fanno riferimento al movimento autoconvocato Actie in de Transport, sorto nei Paesi Bassi ma in pochi giorni diffuso in altri Paesi, tra cui l'Italia.
Nell'interrogazione, Serracchiani spiega i problemi sorti con la diffusione del distacco internazionale degli autisti: "Sempre più imprese scelgono di assumere i loro conducenti in Paesi che presentano un ridotto costo del lavoro e tale tipologia contrattuale, ammessa dalla normativa europea, in alcuni Paesi come l'Italia viene percepita come un fenomeno negativo, attraverso cui si possono legalizzare situazioni di dumping sociale. Al di là delle conseguenze occupazionali per la categoria, viene inoltre messa a rischio la certezza di retribuzione pagata dalle aziende italiane alle agenzie di lavoro che, in teoria, dovrebbero versare i contributi al sistema previdenziale italiano. Se così non fosse, gli autotrasportatori assunti tramite agenzie localizzate in Paesi dove i costi del lavoro sono più bassi rischierebbero di non ricevere la pensione".
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