Nel mondo sempre più digitalizzato della logistica e dei trasporti emergono nuove forme di frode capaci di minare la fiducia e la sicurezza lungo l’intera catena del valore. È il caso del 64enne residente in provincia di Lecce, arrestato dai carabinieri e condannato a sei anni di reclusione per una serie di truffe e appropriazioni indebite commesse tra il 2018 e il 2024. L’uomo, presentandosi come autotrasportatore professionista, è riuscito per anni a sottrarre carichi preziosi, danneggiando economicamente numerose imprese.
Il truffatore s’iscriveva alle borse carichi e fingendosi camionista autonomo o, in alcuni casi, persino dipendente di società fittizie gestite da complici, otteneva incarichi per trasporti anche di rilevante valore economico. A incarico ricevuto, si presentava puntualmente per il carico della merce, ma a destinazione non giungeva mai: spariva nel nulla, lasciando dietro di sé solo un danno economico e nessuna traccia.
Fra gli episodi ricostruiti dalle Forze dell’ordine, spicca il caso di uno spedizioniere cuneese che si è visto sottrarre tubazioni in ferro per un valore di 20mila euro, destinate alla Toscana. In un’altra occasione, dal torinese era partito un carico d’acciaio da 70mila euro, mai arrivato a destinazione in Valle d’Aosta. Analoghi episodi si sono verificati in altre regioni, con la sottrazione di carichi di alluminio, materiale plastico e altri beni industriali.
L’uomo non era nuovo a simili condotte. A maggio di quest’anno era già stato condannato a Trieste a un anno di carcere per un episodio analogo: tre tonnellate di alluminio affidategli per il trasporto nel Sud Italia non sono mai state recapitate. Le indagini condotte hanno rivelato una conoscenza approfondita del funzionamento delle piattaforme digitali di carico e una capacità organizzativa affinata negli anni, basata su documentazione apparentemente in regola, riferimenti falsi e l’uso di identità societarie di comodo.























































