Nel 2024 la logistica italiana ha accelerato come non accadeva da un decennio e il termometro di questa trasformazione arriva dall’Area Studi di Mediobanca. Il rapporto “Le Principali Società Italiane 2025”, giunto alla sessantesima edizione, analizza 2.828 bilanci dell’esercizio 2024 e colloca la filiera dei trasporti, delle spedizioni e della logistica tra i pilastri dell’economia nazionale, con imprese che per dimensioni, redditività e occupazione si avvicinano ai grandi gruppi dell’energia e della manifattura.
All’interno della graduatoria generale, Logista Italia guida la classifica dei trasporti e della logistica con 4,273 miliardi di euro di ricavi e la cinquantesima posizione assoluta. La società, controllata dall’omonimo Gruppo spagnolo, opera nella distribuzione avanzata di tabacchi, prodotti farmaceutici e beni ad alta rotazione. Secondo Mediobanca, l’impresa genera 169 milioni di euro di valore aggiunto e 120 milioni di margine operativo netto, con un organico di 505 addetti. La struttura, basata su processi fortemente digitalizzati e su un’elevata intensità di capitale, conferma come la distribuzione sia ormai un’attività industriale complessa, non più limitata al mero trasporto.
Savino Del Bene segue con 3,003 miliardi di euro e consolida il salto di scala di una Casa di spedizioni che utilizza i collegamenti intercontinentali aerei e marittimi come piattaforma per un modello di logistica integrata. Mediobanca segnala 566 milioni di valore aggiunto, 160 milioni di margine operativo netto e una forza lavoro cresciuta a 6.115 addetti. L’inserimento nel gruppo dei maggiori fornitori globali di servizi logistici conto terzi, con 3,12 miliardi di dollari di ricavi nel 2024 (circa 2,9 miliardi di euro), conferma la dimensione internazionale del Gruppo.
La terza posizione è occupata da Brt, che riflette gli effetti della concorrenza nel segmento delle consegne legate al commercio elettronico. I ricavi scendono a 1,908 miliardi di euro dai 1,986 miliardi precedenti, il valore aggiunto si riduce a 126 milioni e il margine operativo netto vira in negativo per 47,4 milioni, mentre il personale cala a 3.056 unità. L’andamento suggerisce una fase di riorganizzazione di fronte all’evoluzione dei volumi e alla pressione sui prezzi nel recapito nazionale.
Poco sotto il podio, Mediobanca presenta un confronto serrato tra i corrieri espresso internazionali. Dhl Express Italy chiude il 2024 con 1,543 miliardi di euro di ricavi, accompagnati da 310 milioni di valore aggiunto e 66,2 milioni di margine operativo netto, con oltre 3.800 addetti. FedEx Express rimane stabile a 1,456 miliardi di euro ma registra una riduzione del margine operativo netto da 40,46 a 29 milioni, a fronte di un organico di 4.497 persone. Sda, il corriere del gruppo Poste Italiane, sale a 1,173 miliardi di euro, mentre la redditività operativa scende a 20,2 milioni.
Arcese Holding supera la soglia del miliardo con 1,021 miliardi di euro, ma il margine operativo netto si riduce a 1,2 milioni, rispetto ai 32 milioni del 2023. Il personale cresce a 3.620 addetti, mentre i costi industriali risultano in forte aumento, condizionando la capacità di generare reddito. Nel segmento delle spedizioni internazionali emergono dinamiche più legate ai flussi globali. Schenker Italia raggiunge 850,87 milioni di euro di ricavi, ma vede scendere il margine operativo netto da 36,4 a 25,9 milioni, insieme a una lieve contrazione dell’organico.
Dhl Global Forwarding si attesta a 802 milioni di euro con un margine operativo netto in crescita a 44 milioni, supportato da una maggiore produttività. Jas, con 584 milioni di euro di fatturato, mostra una delle crescite più rapide del comparto: il valore aggiunto sale a 63 milioni e gli addetti a 746, pur con un margine operativo netto di 13,6 milioni che riflette la fase di espansione della rete. A livello macro, rimane il ruolo del Gruppo Ferrovie dello Stato, settimo nella classifica generale con 15,8 miliardi di euro e oltre 96mila dipendenti. Pur non essendo un operatore puro della logistica conto terzi, la sua estensione infrastrutturale incide sulla capacità competitiva della catena di fornitura nazionale, soprattutto nell’intermodalità e nella gestione dei grandi hub ferroviari.


















































