Il traforo del Monte Bianco riaprirà alle 17.00 del 12 dicembre 2025 dopo una chiusura continuativa di quindici settimane avviata il primo settembre. La conferma arriva dal Geie Tmb, che gestisce l’infrastruttura italo-francese. La ripresa della circolazione è subordinata al completamento di oltre 800 verifiche funzionali sui sistemi di sicurezza, attualmente nella fase conclusiva e avviate alla fine di novembre, che interessano la galleria e tutte le aree operative di Aosta e Passy. La mattina del 12 dicembre si terrà un’ultima esercitazione di sicurezza con il coinvolgimento delle squadre interne del tunnel, dei vigili del fuoco della Valle d’Aosta, dei sapeurs-pompiers francesi, della polizia binazionale e dei servizi sanitari. Secondo quanto ricostruito dal Geie Tmb, si tratta della centocinquesima esercitazione condotta nel traforo dal 2002.
La riapertura arriva al termine del secondo cantiere-test dedicato al risanamento della volta, un intervento di 254 metri complessivi che rappresenta una delle operazioni più rilevanti mai eseguite su un’infrastruttura inaugurata negli anni Sessanta e oggi interessata da un programma di ristrutturazione di ampio respiro. Il valore dei lavori è pari a 21 milioni di euro, sostenuti da Sitmb e Atmb. Le attività sono proseguite per 102 giorni consecutivi grazie all’impegno di oltre 150 addetti attivi senza interruzione per 24 ore al giorno, per un totale di più di 150mila ore di lavoro.
Gli interventi hanno compreso demolizioni, impermeabilizzazioni, posa di conci prefabbricati e ricostruzioni in calcestruzzo. Nel settore G26 è stata affrontata una venuta d’acqua storica che convogliava circa 300 litri al secondo. Durante le operazioni sono emersi sistemi di drenaggio non mappati, che hanno richiesto modifiche al progetto. Tutti gli impianti temporaneamente smontati, tra cui telecamere, acceleratori di ventilazione, sensori, illuminazione e cavo termometrico, sono stati reinstallati e collegati al sistema di supervisione Logos, che gestisce 36mila dati provenienti da 12mila apparati.
Il periodo di chiusura ha consentito anche interventi aggiuntivi come la rimozione di 8.000 metri quadrati di rivestimenti per le ispezioni strutturali, la posa delle nuove luci a led per l’intero sviluppo della galleria di 11,6 chilometri, la sostituzione di 2.600 punti luce nei canali di evacuazione, l’aggiornamento degli algoritmi di ventilazione del sistema Logos e operazioni di manutenzione esterna comprese le asfaltature. Parallelamente, i 300 operatori del Geie Tmb hanno partecipato a percorsi formativi, tra cui un addestramento dedicato allo stress termico in ambienti ostili presso il centro Cfetit del traforo del Fréjus.
Secondo le informazioni fornite dalla Commissione intergovernativa franco-italiana, i cantieri-test del 2024 e del 2025 serviranno a definire la strategia di risanamento per circa sei chilometri di volta. Le ipotesi in esame prevedono una chiusura unica e continuativa di 3–3,5 anni a partire dal 2030, oppure una serie di chiusure annuali da settembre a dicembre per 15–18 anni. Il 2026 sarà un anno di analisi, con la definizione del primo appalto attesa nel 2027 e la decisione finale prevista entro la fine del 2025.























































