La progressiva dismissione dell'industria chimica di Porto Marghera porta conseguenze anche in stabilimenti più lontani e, di conseguenza, pure all'autotrasporto che lavora per tali impianti. L'allarme è suonato in questi giorni a Mantova, dove opera un importante stabilimento della Versalis - società del gruppo Eni che produce materie plastiche - a causa del fermo (che dura ormai da sei mesi) dell'impianto di cracking di Porto Marghera. Questo reattore da cui esce l'etilene necessario alla Versalis avrebbe dovuto riaprire il 18 agosto, ma Eni ha annunciato il rinvio.
Oggi lo stabilimento di Versalis sta lavorando e con esso i trecento veicoli industriali, tra cui 120 autocisterne dedicate, che forniscono le materie prime e che trasportano il prodotto finito. Ma gli autotrasportatori mantovani sono preoccupati, anche perché lo stabilimento è la fonte unica o prevalente del lavoro di almeno quattro imprese, un consorzio di autocisternisti e tre aziende di centinati. Perciò, l'intero mondo sindacale e produttivo del mantovano guarda con attenzione verso Venezia e le mosse dell'Eni.
l'Eni è al centro dell'attenzione anche in Sicilia, dove la raffineria di Gela è chiusa a causa di un incendio avvenuto il 15 marzo scorso. Pure in questo caso, la chiusura dell'impianto ha tolto lavoro all'autotrasporto, che in questi giorni ha dichiarato lo stato di agitazione. Proprio ieri, i vertici dell'Eni hanno assicurato che l'impianto non chiuderà definitivamente, anzi ha previsto l'aumento degli investimenti da 700 milioni a due miliardi di euro, attivando anche produzioni di chimica verde.
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