Il fermo degli autotrasportatori dei prodotti petroliferi che servono la raffineria Eni di Taranto è iniziato giovedì 19 dicembre 2025 alle 12.30 e prosegue ad oltranza. La mobilitazione è coordinata dal sindacato Usb Unione sindacale di Base e coinvolge i conducenti impegnati nelle operazioni di carico dei carburanti destinati alla distribuzione sul territorio. Alla base della protesta ci sono tempi di attesa giudicati eccessivi per completare le procedure di carico. Gli autotrasportatori segnalano soste che arrivano mediamente a quattro o cinque ore, con punte superiori, prima di poter riprendere il viaggio. Una situazione che, secondo Usb, incide in modo diretto sull’organizzazione del lavoro quotidiano, riducendo il numero di viaggi effettuabili e aggravando le condizioni operative degli addetti, costretti a lunghe permanenze all’interno del sito industriale.
Il sindacato chiede una riduzione immediata dei tempi di attesa, lo snellimento delle procedure operative e un intervento sull’organizzazione dei flussi di carico. La vertenza non è recente. Usb Taranto inoltrò una richiesta formale d’incontro a Eni il 4 novembre 2025, senza ricevere riscontri ufficiali. Nelle settimane successive ci sarebbero stati contatti e un incontro informale avvenuto venerdì 20 dicembre, durante il quale la dirigenza avrebbe manifestato una disponibilità al dialogo, demandando però alle organizzazioni sindacali l’individuazione di una data.
Secondo quanto dichiarato da esponenti di Usb Taranto, a questa apertura non sarebbero seguiti atti formali né proposte operative in grado di affrontare i problemi segnalati. L’assenza d’impegni verificabili ha portato alla conferma del fermo e alla sua prosecuzione senza una scadenza prefissata. Il sindacato sottolinea inoltre che i disagi si sono registrati anche nella giornata di sabato 20 dicembre, nonostante un regime di attività ridotto, elemento che rafforzerebbe la natura strutturale del problema.
La mobilitazione mette in evidenza un nodo operativo rilevante per la logistica dei prodotti petroliferi. I rallentamenti nelle operazioni di carico possono riflettersi sull’intera catena di distribuzione, con effetti sui tempi di consegna e sulla programmazione dei trasporti. Al momento, secondo le fonti locali, non si registrano carenze di carburante presso i distributori dell’area, a differenza di quanto avvenuto durante precedenti scioperi, come quello del settembre 2022 che aveva causato diffuse interruzioni di servizio.
































































