Altri 248 chilogrammi di cocaina sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza e dalle Dogane nel porto di Gioia Tauro durante un controllo su container in transito. La droga, suddivisa in 217 panetti, era nascosta in due diversi container provenienti da Paesi d’oltreoceano, uno carico di autovetture usate e l’altro di sacchi di sesamo. I container sono stati selezionati nell’ambito di un rafforzamento dei controlli nello scalo, avviato nelle ultime settimane dell’anno per intercettare i flussi di stupefacenti che viaggiano mescolati alle merci lecite.
Dopo una prima scansione con apparecchiature radiogene, i controlli sono proseguiti con l’ispezione fisica e l’intervento delle unità cinofile, che hanno consentito di individuare i panetti occultati all’interno dei carichi. Secondo le stime degli investigatori, la cocaina sequestrata avrebbe potuto generare ricavi per circa 40 milioni di euro una volta immessa sui mercati dello spaccio. Gli atti dell’operazione sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Palmi, che sta proseguendo le indagini.
L’operazione si inserisce in una sequenza di interventi che, nel corso del 2025, hanno portato a risultati senza precedenti nello scalo calabrese. Dall’inizio dell’anno a Gioia Tauro sono state intercettate complessivamente circa 4,8 tonnellate di cocaina, un volume già superiore a quello registrato nell’intero 2024, quando i sequestri si erano fermati a circa 3,8 tonnellate. Nel gennaio 2025 il primo sequestro rilevante aveva riguardato 110 chilogrammi di cocaina nascosti tra bobine di carta arrivate dal Nord America, con un valore stimato di circa 20 milioni di euro. A febbraio erano seguiti interventi più contenuti, come il blocco di 27 chilogrammi nascosti in un container refrigerato di banane provenienti dall’Ecuador, e operazioni di maggiore peso che avevano portato al sequestro complessivo di 788 chilogrammi occultati in carichi di pellet e in vani tecnici di container refrigerati per il trasporto di pesce surgelato.
Il punto più alto dell’anno è stato raggiunto a fine marzo, con oltre 1,17 tonnellate di cocaina individuate in undici container provenienti dal Brasile, all’interno di sacchi di pellet. Nei mesi successivi i sequestri sono proseguiti con continuità: a giugno sono stati bloccati 228 chilogrammi, operazione che ha portato anche all’arresto di due operatori portuali, mentre a luglio sono stati trovati 417 chilogrammi nascosti in sedici sacche collocate in un container danneggiato. A settembre altri 288 chilogrammi sono stati individuati nei vani di ventilazione di due container in transito sulle rotte tra America Latina ed Europa, con un valore stimato superiore a 46 milioni di euro. A novembre, infine, più di 175 chilogrammi sono stati sequestrati in tre container contenenti polpi e gamberi surgelati provenienti dall’America Latina. Con quell’operazione il totale annuale aveva già superato le 3,2 tonnellate.
Le indagini mostrano un uso sistematico dei container come mezzo di trasporto della droga, con carichi di copertura che spaziano dai prodotti agroalimentari alle materie prime e alle merci considerate neutre. Le rotte partono in prevalenza dal Sud America, in particolare Brasile ed Ecuador, e utilizzano Gioia Tauro come scalo di transito verso altri porti europei, confermando il ruolo strategico dello scalo calabrese nei traffici illeciti diretti nel continente.
Nel corso del 2025 è emersa anche una crescente complessità nelle tecniche di occultamento, con droga nascosta in vani di ventilazione, motori dei container refrigerati e intercapedini ricavate nelle strutture metalliche. A fronte di queste modalità, i controlli si sono basati sull’uso esteso di scanner radiogeni e sull’impiego costante delle unità cinofile, concentrando le verifiche su rotte e tipologie di merce considerate più a rischio.


































































