Che la Cina non abbia intenzione di lasciare agli statunitensi il ricco pacchetto dei 43 terminal container nei porti di tutto il mondo – compresi due a Panama – è stato chiaro già pochi giorni dopo l’annuncio dell’accordo preliminare raggiunto dal Gruppo CK Hutchison per cedere alla cordata formata da BlackRock, Global Infrastructure Partners e Terminal Investment Limited di Msc il controllo di Hutchison Ports. Prima duri editoriali di giornali ritenuti vicino al Governo cinese, poi interventi più diretti di figure istituzionali di Pechino hanno fatto rinviare a tempo indeterminato la firma dell’accordo finale.
La vicenda è rimasta quindi sottotraccia fino al 13 giugno, quando Bloomberg ha scritto che il Gruppo Cosco, di fatto controllato dallo Stato, sarebbe in trattativa con la cordata svizzero-statunitense per entrare nel consorzio, attraverso la controllata China Cosco Shipping. Questa mossa potrebbe sbloccare lo stallo e secondo Bloomberg sarebbe emersa come possibile soluzione diplomatica a seguito degli incontri ad alto livello tenutisi in Svizzera tra rappresentanti cinesi e statunitensi. È interessante notare che il suo annuncio, seppure non ufficiale perché l’agenzia riferisce di fonti vicine alla questione, è contemporaneo a quello del presidente Trump su un accordo con Pechino sui dazi.
Per ora non ci sono maggiori informazioni, anche perché secondo Bloomberg le trattative sarebbero ancora in corso. Il periodo di esclusiva tra CK Hutchison e il consorzio scadrà a fine luglio, dopo una prima scadenza già mancata ad aprile per quanto riguarda la definizione dell’intesa sulla parte panamense. Inoltre, l’intervento del Governo panamense, che starebbe valutando l’annullamento della concessione al soggetto di Hong Kong, aggiunge un ulteriore elemento di incertezza.
Sulla questione è intervenuta l’Autorità del canale di Panama, perché due dei terminal oggetto della transazione, situati nei porti di Balboa e Cristobal, sorgono alle estremità opposte dell’infrastruttura. Il direttore dell’Autorità, Ricaurte Vásquez, ha espresso il 10 giugno al Financial Times il timore di una “potenziale di concentrazione della capacità" che potrebbe compromettere il principio di neutralità del canale” da parte del Gruppo Msc (che controlla la più grande flotta di portacontainer del mondo). Quindi Vásquez ha riesumato un vecchio progetto di un terminal container nel porto di Corozal, all'estremità pacifica del canale, che sarebbe gestito dalla stessa Autorità.
Uno degli elementi ancora in sospeso è l’indagine avviata dalla Corte dei Conti di Panama sulla concessione di Balboa e Cristobal a Hutchison Ports (attraverso la controllata Panama Ports Company). Secondo il procuratore Anel Flores, CK Hutchison avrebbe prorogato il proprio contratto nel 2021 senza l'approvazione obbligatoria della stessa Corte dei Conti. Dalle prime informazioni, l'audit avrebbe rivelato irregolarità significative: su un totale dovuto stimato in almeno 1,3 miliardi di dollari nei primi 25 anni del contratto, l'azienda avrebbe versato solo una frazione, risparmiando impropriamente circa 850 milioni di dollari. Inoltre, Panama Ports Company risulterebbe ancora debitore per altri 300 milioni di dollari e avrebbe disatteso l'obbligo di trasferire al governo il 10% degli utili netti. Flores ha annunciato la presentazione di una denuncia penale alla Procura generale contro i funzionari che hanno autorizzato la proroga del contratto e contro i vertici di Panama Ports e l'Autorità che gestisce il Canale di Panama dovrà ora decidere se revocare o meno le due concessioni.