La Guardia di Finanza di Reggio Calabria, insieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Gioia Tauro, ha sequestrato nel porto calabrese una partita di cocaina pura del peso complessivo di oltre 175 chilogrammi. La scoperta è avvenuta nel corso di controlli mirati all’interno del terminal container, parte di un piano di vigilanza rafforzato su tutta l’area portuale. L’operazione, condotta dai militi del Gruppo di Gioia Tauro con il supporto delle unità cinofile, ha riguardato tre container refrigerati provenienti dall’America Latina e formalmente destinati a Paesi europei, contenenti polpo e gamberi surgelati.
Dopo una prima scansione eseguita con le apparecchiature scanner dell’Agenzia delle Dogane, i container sono stati ispezionati manualmente, consentendo di individuare 154 panetti di cocaina nascosti nei vani interni dei contenitori. La droga, se immessa sul mercato, avrebbe potuto generare introiti per circa 30 milioni di euro. Gli atti dell’operazione sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal procuratore Emanuele Crescenti, per la convalida e l’avvio delle indagini successive.
Il sequestro dell’11 novembre si inserisce in un contesto operativo che, dall’inizio del 2025, ha già portato alla confisca di 3.203 chilogrammi di cocaina presso il porto di Gioia Tauro, per un valore stimato in circa 500 milioni di euro. I dati, diffusi dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, confermano il ruolo strategico dello scalo calabrese nel contrasto ai traffici internazionali di droga.
Tra gli episodi più importanti dell’anno figurano il sequestro del 28 marzo, quando furono individuati 1.170 chilogrammi di cocaina occultati in undici container provenienti dal Brasile, e quello di fine febbraio, che portò alla scoperta di 788 chilogrammi nascosti in carichi di pellet e pesce surgelato. Altri interventi, di minore entità ma di rilievo operativo, si sono susseguiti a gennaio (110 chilogrammi), febbraio (27 chilogrammi), giugno (228 chilogrammi), luglio (417 chilogrammi) e settembre (288 chilogrammi), fino all’operazione più recente di novembre.
Gli inquirenti hanno sottolineato come i narcotrafficanti utilizzino metodi sempre più sofisticati per nascondere la droga: doppi fondi nei container, vani di ventilazione modificati o commistione con carichi regolari di prodotti deperibili. Per contrastare tali tecniche, nel porto di Gioia Tauro sono state intensificate le scansioni radiogene, le ispezioni dirette dei container sospetti e le attività d’intelligence sui flussi commerciali, con l’impiego sistematico delle unità cinofile antidroga.
La costante cooperazione tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, unita alla supervisione della Procura di Palmi, ha reso possibile mantenere un alto livello di controllo sul principale scalo container del Mezzogiorno, considerato un nodo cruciale nei collegamenti tra Sud America ed Europa. Nel 2024, nello stesso porto, erano state sequestrate circa 3,8 tonnellate di cocaina, un quantitativo leggermente superiore a quello registrato nel 2025, ma che conferma la continuità dell’impegno investigativo e operativo.


































































