Un nuovo attacco a piattaforme logistiche lombarde è avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2025. Questa volta l’obiettivo è stato il Logistic Center di Lacchiarella. Secondo una prima ricostruzione, intorno alle 3.20 una banda, formata almeno da sei persone, è riuscita a entrare nell’impianto e impossessarsi di due camion carichi di merce, il cui valore deve essere ancora stimato. Per uscire, i banditi hanno ingaggiato una sparatoria con le guardie giurate con quattro feriti non gravi, poi hanno coperto la fuga incendiando due camion, due furgoni e due autovetture, creando così un diversivo che ha richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco. Per evitare inseguimenti, hanno anche cosparso le strade circostanti di chiodi.
È una procedura che mostra un elevato livello di pianificazione e una tecnica di esecuzione paramilitare, che mette a repentaglio anche l’incolumità dei soccorritori sanitari e dei pompieri. Per spegnere gli incendi, questi ultimi sono dovuti intervenire con tre mezzi e dodici uomini e l’operazione è durata oltre tre ore. I rapinatori sono riusciti far perdere le tracce nonostante lo scontro con le guardie giurate, dimostrando una preparazione che va oltre quella di una comune banda di ladri. Infatti, la capacità di mantenere la coesione del gruppo anche durante un conflitto armato suggerisce un livello di addestramento e organizzazione tipico della criminalità organizzata.
La logistica lombarda è ormai nel mirino di questo tipo di organizzazioni. Solo due mesi prima di questo attacco, il 9 aprile 2025, una banda di almeno otto persone attuò un assalto simile a una piattaforma logistica di San Giuliano Milanese, sempre alle porte di Milano. Anche in questo caso, i malviventi applicarono un piano complesso, incluso l'uso di una macchina operatrice per sfondare la recinzione dell'azienda e l'incendio di tre veicoli rubati per ostacolare l'arrivo delle Forze dell'ordine. In quel caso l’intervento delle guardie giurate costrinse i rapinatori a fuggire senza bottino.
Nel novembre del 2024 i Carabinieri attuarono l’Operazione Strelka, arrestando sette persone di origine ucraina e moldava con l’accusa di far parte di una banda specializzata in assalti a magazzini. La loro particolarità consisteva nella divisione dei compiti: gli ucraini si occupavano di rubare le automobili utilizzate per sbarrare le strade, mentre i moldavi pianificavano e eseguivano gli assalti. Secondo gli inquirenti, questa banda avrebbe attuato diversi assalti tra dicembre del 2021 e ottobre del 2022.
Il fenomeno non si limita all'area metropolitana milanese, ma si estende a tutta la Lombardia orientale. Nel luglio 2023 a Sordio, in provincia di Lodi, una banda assalì un magazzino, aggredendo fisicamente il custode. In quel caso, carabinieri recuperarono parte della refurtiva a Cornaredo, nel milanese, dimostrando che questi gruppi operano su un territorio esteso e utilizzano reti logistiche complesse per smaltire la merce rubata.
L'analisi degli episodi più recenti rivela un'evoluzione preoccupante nelle tecniche utilizzate dai gruppi criminali che prendono di mira i centri logistici. Se in passato si trattava prevalentemente di furti notturni condotti con piani relativamente semplici, oggi assistiamo a vere e proprie operazioni paramilitari caratterizzate da un alto livello di pianificazione e coordinamento. L'uso sistematico di incendi diversivi, ostacoli stradali e armi da fuoco dimostra che questi gruppi hanno accesso a risorse e competenze importanti.
Bisogna considerare che il costo economico di questi episodi va ben oltre il valore della merce sottratta. Gli incendi dolosi causano danni strutturali importanti alle infrastrutture logistiche e a volte impongono la sospensione o il rallentamento della loro attività. L'impatto sociale del fenomeno è altrettanto preoccupante, considerando i rischi per la sicurezza dei lavoratori e degli operatori di soccorso. Gli scontri a fuoco tra rapinatori e guardie giurate, come quello verificatosi a Lacchiarella, o con le Forze dell’ordine creano situazioni di pericolo che possono avere conseguenze tragiche.
Il ripetersi di questi episodi mette in luce anche la necessità di rivedere i sistemi e le procedure di sicurezza delle piattaforme logistiche. È vero che la loro estensione e la posizioni in aree industriali o comunque periferiche semplifica l’esecuzione delle rapine. Inoltre, la necessità di garantire un flusso continuo di merci rende inoltre difficile implementare misure di sicurezza troppo restrittive che potrebbero compromettere l'efficienza operativa. Ma nello stesso tempo la frequenza con cui i gruppi criminali riescono a penetrare nelle strutture, nonostante la presenza di sistemi di sorveglianza e guardie giurate, suggerisce la necessità di rivedere i protocolli di sicurezza attualmente in uso.
L’impianto vittima dell’assalto del 3 giugno 2025 è stato inaugurato nel 2010 e copre un’area di 400mila metri quadrati, di cui 100mila coperti ed è circondato da una recinzione con accesso unico sorvegliato 24 ore su 24. è quindi una delle piattaforme logistiche più moderne e attrezzate dell’area tra Milano e Pavia, destinata alla locazione degli spazi per la logistica.