L’Autostrada Ferroviaria Alpina potrà rinascere, dopo la lunga interruzione causata prima dalla sospensione dell’intera circolazione ferroviaria al Frejus per una frana e poi dalla mancanza di risorse, a causa della mancanza di rifinanziamento da parte dei Governi italiano e francese. L’annuncio è venuto il 18 giugno 2025 dalla Conferenza Intergovernativa Torino-Lione, il cui presidente Paolo Foietta ha dichiarato che è stato raggiunto un accordo per il suo finanziamento e che nei prossimi giorni lo notificherà all’Unione Europea. Ci vorrà comunque tempo per la ripartenza dei treni tra tra l’interporto di Orbassano e il terminal francese di Aiton, che è prevista tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno 2025.
Si dovrebbe concludere così positivamente una vicenda che invece sembrava aver portato alla fine di questa esperienza, nata nel 2003 a livello sperimentale e l’anno successivo in modo regolare. Da allora, l’Afa ha trasportato attraverso le Alpi oltre 500mila semirimorchi, trasferendo dalla strada alla rotaia oltre 1,667 miliardi di tonnellate. Il culmine è avvenuto nel 2021, con il trasporto di circa 50mila unità di carico. Il 27 agosto 2023 una grande frana ha travolto il versante francese della ferrovia, imponendo la circolazione di tutti i treni.
La linea tra Torino e Lione è stata riaperta al traffico diciannove mesi dopo, il 31 marzo 2025, ma senza i treni dell’Autostrada Ferroviaria Alpina e il 21 aprile la società – partecipata in modo paritario da Mercitalia Rail e Viia (Sncf) – annunciò a fornitori e clienti la cessazione delle attività , precisando che “il servizio è cessato senza che sussistano, allo stato, prospettive di ripresa”. Il motivo è l’interruzione dei finanziamenti da parte degli Stati italiano e francese. Intanto però sono riprese le trattative, sino all’annuncio del 18 giugno.
L’accordo prevede che Italia e Francia finanzieranno la ripresa del servizio con 2,5 milioni di euro ciascuno, cifra che dovrebbe garantire l’operatività per circa un anno. Manca però ancora un passo: l’approvazione del finanziamento da parte della Commissione Europea. E proprio Bruxelles impone che il finanziamento pubblico non deve andare solo all’Afa, ma anche ad altre compagnie ferroviarie. La riattivazione dell'Afa dovrà comunque affrontare diverse sfide operative. Innanzitutto, la società dovrà ricostruire la base clienti, poiché molte aziende hanno trovato alternative durante i due anni di sospensione. In secondo luogo, il nuovo sistema competitivo richiederà adeguamenti organizzativi e tariffari per attrarre operatori privati.