Fedespedi e Assiterminal hanno annunciato il 22 ottobre 2025 di avere formalizzato la richiesta di chiarimenti e modifiche al ministero dei Trasporti in merito alla disciplina delle attese al carico e scarico delle merci e, in particolare, sui risarcimenti dovuti agli autotrasportatori. Nelle note tecniche trasmesse al Mit e ai presidenti delle Commissioni parlamentari competenti, le due associazioni sottolineano che l’attuale normativa, pur nata con l’obiettivo di favorire una maggiore efficienza nelle operazioni di carico e scarico, non risolve le inefficienze strutturali dei nodi logistici e finisce per aumentare i costi della merce, incidendo negativamente sulla competitività del sistema produttivo italiano.
Il presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto, ha evidenziato che la disciplina, così come recentemente modificata dal Decreto Infrastrutture, “continua a generare incertezza applicativa e non tiene conto della complessità operativa dei nodi logistici, in particolare porti e aeroporti”. La federazione ribadisce quindi la necessità di un quadro normativo più aderente alla realtà quotidiana delle imprese di spedizioni, capace di tutelare sia la sostenibilità economica sia l’operatività dei soggetti coinvolti.
Anche Assiterminal ha rimarcato la necessità di un approccio flessibile. Il presidente Tomaso Cognolato ha sottolineato che “tutti i soggetti della filiera logistica, pubblici e privati, hanno interesse a rendere più efficienti i servizi per rendere più competitivo il trasporto”, ma ha avvertito che tale obiettivo non può essere raggiunto attraverso “un irrigidimento del sistema che non tiene conto delle molteplici variabili operative e dei distinguo contrattuali”. Cognolato ha ricordato inoltre che i terminal portuali e altri nodi logistici stanno già investendo per potenziare la propria flessibilità organizzativa.
Tra i nodi messi in evidenza da Fedespedi e Assiterminal vi ne sono tre considerati centrali. Il primo riguarda la specificità dei porti e degli aeroporti, che, per la loro complessità operativa e commerciale, non possono essere assimilati ad altre piattaforme logistiche. Le due associazioni propongono quindi di escludere tali infrastrutture dal campo di applicazione della disciplina, rimandando la gestione delle attese a strumenti specifici come gli accordi di programma promossi dalle Autorità competenti.
Il secondo punto riguarda il primato del contratto tra le parti. Le due organizzazioni contestano l’interpretazione secondo cui la norma debba essere considerata di natura imperativa, sostenendo invece che solo il contratto possa adattare la disciplina ai diversi contesti operativi, consentendo una regolazione flessibile dei tempi e delle modalità di carico e scarico.
Infine, viene ribadita la necessità di chiarire la corretta interpretazione del periodo di franchigia. Fedespedi e Assiterminal si oppongono alla lettura che include nei novanta minuti anche il tempo materiale delle operazioni di carico e scarico, precisando che tale tempo deve essere concordato nel contratto scritto. Il periodo di franchigia, secondo le due associazioni, deve riferirsi esclusivamente all’attesa prima dell’avvio effettivo delle operazioni.
































































