Il comparto delle spedizioni e della logistica è uno degli snodi strategici per l’economia italiana, sospinto da un commercio estero in costante espansione. Durante l’assemblea pubblica che si è svolta a Milano il 19 giugno 2025, la Federazione Nazionale Imprese di Spedizioni Internazionali ha illustrato un quadro chiaro e allo stesso tempo preoccupante: l’interscambio commerciale rappresenta ormai il 65,2% del Pil nazionale, con una crescita significativa rispetto al 45,8% registrato nel 2014. L’Italia, con 623,5 miliardi di euro di esportazioni nel 2024, è oggi il settimo Paese esportatore al mondo. Ma questo sviluppo ha un prezzo: le aziende non trovano personale qualificato a sufficienza.
A fronte di una crescita costante dell’occupazione nel settore, che ha visto un incremento del 16,8% negli ultimi dieci anni, si stima una carenza attuale di oltre 4.000 lavoratori. Un dato che allarma, perché rischia di rallentare la capacità del settore di sostenere le esportazioni e, più in generale, la competitività del sistema produttivo italiano. Non si tratta soltanto di colmare un vuoto numerico, ma soprattutto di attrarre figure dotate di competenze tecniche e trasversali adeguate alla complessità crescente del mercato. Il presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto, ha sottolineato come il settore si trovi oggi al centro della catena del valore, ma debba fare i conti con una crescente volatilità globale e con una domanda di professionalità sempre più articolata.
Proprio per affrontare questa sfida, Fedespedi ha presentato il “Manifesto per l’attrattività del settore”, un’iniziativa strategica sviluppata con il contributo del Politecnico di Milano e di Odm Consulting. Il documento vuole offrire una visione condivisa per rilanciare l’immagine della logistica, renderla più attrattiva soprattutto per i giovani e fornire alle imprese associate strumenti concreti per valorizzare le risorse umane. Al centro di questa proposta c’è il riconoscimento del capitale umano come elemento chiave per il successo dell’intero comparto, insieme alla promozione del benessere lavorativo, all’apertura internazionale, all’innovazione tecnologica e alla costruzione di percorsi di crescita professionale.
Il profilo del settore appare solido e maturo. Oggi in Italia le imprese di spedizione impiegano circa 60mila persone, con una forte concentrazione nel Nord-Ovest, che rappresenta oltre la metà del totale. Il 97% dei contratti è a tempo indeterminato, dato che conferma l’alta stabilità occupazionale. Sul fronte della parità di genere, la presenza femminile raggiunge il 43,7%, un valore superiore alla media dell’intero comparto trasporti e logistica. Tuttavia, il 60% della forza lavoro ha tra i 40 e i 59 anni: un’età media elevata che pone con urgenza il tema del ricambio generazionale.
Le figure professionali più ricercate sono l’Operations Officer Export/Import, con responsabilità operative e doganali, e l’Area Sales, con compiti di sviluppo commerciale. Per entrambe, le imprese richiedono un misto di competenze ben definite: dalla padronanza dell’inglese alle conoscenze digitali, dalla familiarità con le normative internazionali alle capacità di soluzione di problemi, gestione dello stress, organizzazione e orientamento al cliente. Particolarmente rilevante è anche il dato sull’occupabilità dei diplomati degli Istituti Tecnici Superiori a indirizzo logistico: il 93,8% trova lavoro a breve distanza dalla fine del percorso formativo, segno che l’interazione tra scuola e impresa funziona, quando ben strutturata.