La mattina del 18 dicembre 2025 è terminata la procedura della gara indetta il 30 maggio dalla società Interporto di Padova per selezionare gli operatori con cui sviluppare in modo congiunto il terminal intermodale dell’impianto veneto. Ha vinto il raggruppamento formato da Psa Intermodal Italy e Logtainer che, spiega la società interportuale, ha presentato un’offerta economica di 75 milioni di euro, rispetto al valore di base di 61 milioni. Sul suo tavolo era giunta anche la proposta del raggruppamento formato da da Rail Hub Milano (gruppo Contship) e Medlog Holding Italia (gruppo Msc).
Il passo successivo è la creazione di una nuova società che gestirà il terminal intermodale, l’Intermodal Terminal Padova, della quale Interporto di Padova avrà il trenta percento del capitale, un proprio rappresentante nel Consiglio di amministrazione e il presidente del Collegio sindacale. Inoltre, la società interportuale ha posto alcune clausole di garanzia, come l’impossibilità di cambiare la destinazione intermodale dell’area senza l’assenso di Interporto Padova, indipendentemente dalle quote possedute nella nuova società, oltre a vari diritti a livello di organi sociali e di cessione quote.
La chiusura dell’operazione dovrebbe avvenire entro giugno 2026, dopo indispensabili procedure formali, tra cui l’approvazione dei soci di riferimento (Camera di Commercio, Comune di Padova e Provincia di Padova) e degli organi istituzionali di controllo (Corte dei Conti e Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato).
“Oggi Interporto Padova raggiunge un traguardo molto ambizioso, che solo un anno fa appariva un sogno”, ha commentato il presidente Luciano Greco. “Primi in Italia e tra i primi in Europa, abbiamo individuato, tramite una selezione pubblica rigorosa e molto competitiva, dei partner di livello globale quali sono Psa Intermodal Italy e Logtainer, e con i quali consolidare e sviluppare ulteriormente il terminal intermodale terrestre che già oggi è il più competitivo e innovativo in Italia e in Europa”.
La chiusura di questa gara giunge alla fine di un anno molto importante per l’interporto padovano. A marzo ha iniziato la sperimentazione del controllo remoto delle gru a portale elettriche, il primo impianto italiano a introdurle. Gli operatori le comandano da una sala di controllo situata nella palazzina degli uffici, assicurando loro maggiore comodità e sicurezza. Il passo successivo è l’automazione, in cui le gru opereranno seguendo le istruzioni di un software Terminal Operation System, che integra applicazioni d’intelligenza artificiale. La sperimentazione si sta concentrando sul fascio sud del terminal, che ha quattro binari da 750 metri servizi da tre gru.
Un’altra importante innovazione è avvenuta a giugno, quando l’interporto ha ottenuto dall'Enac la prima autorizzazione operativa in Italia per la videosorveglianza automatizzata di un'area interportuale tramite droni. Il drone decolla autonomamente da un hangar robotico posto sul tetto della sede e sorvola l'area del terminal intermodale di circa 350mila metri quadrati, operando 24 ore su 24.
Il sistema, sviluppato in collaborazione con Remotely Piloted Aircraft Systems Academy Cardtech, rappresenta un nuovo paradigma nell'utilizzo industriale dei droni. Quando i sensori rilevano anomalie (persone in aree interdette piuttosto che principi di incendio), il drone trasmette automaticamente un allarme alla sala di controllo, dove il pilota può assumere il controllo manuale per approfondire la situazione.
Durante l’anno, il terminal ha anche potenziato l’automazione degli accessi dei veicoli industriali, con varchi d’ingresso e tre d'uscita che riconoscono in modo automatico le unità di carico. Inoltre, due portali ferroviari riconoscono automaticamente i carri in entrata e uscita per tutti i diciotto binari di carico e scarico.
Nell’ambito energetico, l’interporto di Padova ha proseguito nel rinnovamento dell’impianto fotovoltaico che da oltre dieci anni opera sui tetti dei magazzini. L'intervento ha aumentato la potenza complessiva dell'impianto da 13 mWp a 16,3 mWp. Inoltre, l'impianto fotovoltaico da un mW con batteria di accumulo da un mWh, dedicato all'alimentazione delle gru elettriche a portale e delle attività terminalistiche, è stato potenziato con un sistema predittivo che ottimizza l'utilizzo dell'energia autoprodotta.
Sempre nell’ambito energetico, ad aprile 2025, Interporto Padova ha promosso la prima Comunità Energetica Rinnovabile su scala industriale della città. Sulla copertura di un magazzino in Corso Stati Uniti è stato installato su 20mila metri quadrati un impianto fotovoltaico da un mWp, che può produrre oltre un milione di chilowattora all'anno, evitando l'emissione di circa 520 tonnellate di CO2. L’impianto è aperto alle imprese della zona industriale di Padova, con l'obiettivo a medio termine di coprire fino al trenta percento del fabbisogno energetico della zona industriale.
Nel trasporto ferroviario, ad agosto è stato attivato il corridoio veloce doganale tra l’interporto e il porto della Spezia, che permette il trasferimento rapido e sicuro dei container in regime di temporanea custodia. In questo modo, le merci in arrivo al porto ligure non devono attendere lo sdoganamento, che viene completato direttamente a destinazione a Padova. Il sistema si basa su tecnologie digitali per il tracciamento in tempo reale e su una piattaforma condivisa tra l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e l'Interporto. Al tal fine, il terminal veneto dispone di un'ampia area doganale certificata Aeo.
Un altro importante passo è stato il completamento della fusione per incorporazione del Consorzio Zona Industriale e Porto Fluviale di Padova in Interporto Padova Spa, avvenuta a luglio. Questa operazione, approvata nell'aprile 2024 dall'assemblea straordinaria dei soci, ha aumentato il capitale sociale d’Interporto Padova da 37,081 milioni a 44,929 milioni di euro.






























































