L’assemblea dei soci di Sac ha avviato la delibera per il processo di privatizzazione degli aeroporti di Catania Fontanarossa e Comiso Pio La Torre, aprendo la vendita di una quota compresa tra il 51% e il 66% del capitale. La valutazione complessiva dei due scali varia tra 600 milioni e un miliardo di euro, a seconda dei piani di investimento e dell’andamento del traffico. Il Governo regionale considera l’operazione un tassello strategico per rafforzare il ruolo della Sicilia orientale come nodo logistico nel Mediterraneo, con particolare attenzione al trasporto aereo delle merci e all’intermodalità. Diversi investitori, italiani e internazionali, hanno già manifestato interesse all’acquisizione.
Tra gli operatori nazionali spiccano Mundys, F2i e Save. Mundys, che gestisce già gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, ha più volte confermato il proprio interesse per Catania e Comiso, sottolineando le potenzialità di sviluppo della capacità e dei servizi di terra. F2i, principale fondo infrastrutturale italiano con partecipazioni in numerosi scali del Paese, sta valutando il fascicolo in funzione delle sinergie con la propria rete. Anche Save, gruppo attivo su Venezia, Treviso e Verona, segue da vicino il processo, in un contesto di riassetto generale del comparto aeroportuale nazionale.
Sul fronte internazionale l’attenzione è altrettanto forte. Adq, fondo sovrano di Abu Dhabi, ha espresso un interesse formale in linea con gli impegni di investimento annunciati in Italia per 40 miliardi di dollari (circa 37 miliardi di euro) e con la propria esperienza diretta nella gestione aeroportuale tramite Abu Dhabi Airports e la partecipazione in Wizz Air Abu Dhabi. Aena, primo operatore aeroportuale europeo per numero di passeggeri, sta esaminando il fscicolo e valuterà un ingresso qualora le condizioni di gara risultino compatibili con la propria strategia di espansione. Anche Vinci Airports, già presente in Italia attraverso Toscana Aeroporti, è tra i gruppi che stanno analizzando i dati di Sac. Nelle ricostruzioni più recenti compaiono inoltre Blackstone, Adp e Corporación América Airports, quest’ultima già operativa nel mercato italiano e recentemente rafforzata in Toscana.
Il posizionamento commerciale degli scali, in particolare di Catania, è sostenuto dall’attività delle compagnie aeree. Sull’aerporto del capoluogo Ryanair mantiene quattro aeromobili e 34 rotte, con sei collegamenti aggiunti dal 2023, contribuendo alla crescita del traffico e alla riduzione della stagionalità. Wizz Air opera con due aerei e 18 rotte verso nove Paesi, ampliando la connettività con l’Europa centrale. EasyJet ha una presenza consolidata e utilizza il terminal C per le proprie operazioni nazionali e internazionali, mentre dal 2025 Delta avvierà un collegamento diretto quotidiano tra Catania e New York Jfk, segnale del crescente interesse del mercato nordamericano.
A Comiso la situazione è diversa. Dopo il ritiro di Ryanair, Aeroitalia è diventata il principale operatore nazionale, con collegamenti su Roma Fiumicino e Milano Linate e con l’avvio, da novembre 2025, della continuità territoriale. Volotea ha inaugurato la rotta Comiso–Lilla nell’aprile 2025, mentre Wizz Air Malta e Wizz Air Hungary hanno programmato voli stagionali e annuali verso Katowice e Tirana fino al 2028, grazie a bandi sostenuti dalla Camera di commercio del Sud Est Sicilia. EasyJet collega lo scalo con Nizza e Basilea, contribuendo alla stabilità del traffico internazionale. Ita Airways e altri vettori tradizionali non hanno ancora investito in basi operative, rendendo necessari ulteriori incentivi e interventi sull’accessibilità.
Gli incentivi pubblici e i progetti infrastrutturali incidono direttamente sull’attrattività dei due scali. La Regione Sicilia ha eliminato l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco e ha avviato bandi per rotte internazionali da Comiso per tre milioni di euro l’anno per tre anni. A Catania sono in corso i lavori di ampliamento del terminal passeggeri e la progettazione di una nuova pista per incrementare capacità e regolarità operativa. Parallelamente, l’autostrada Catania–Ragusa e la piattaforma logistica cargo di Comiso sono considerate opere strategiche per favorire l’integrazione modale e lo sviluppo del traffico merci ad alto valore, inclusa la filiera agroalimentare a temperatura controllata.
Dal punto di vista industriale emergono tre direttrici. La prima riguarda il governo: la cessione della maggioranza comporta un cambiamento nella struttura decisionale, con l’ingresso di un socio capace di accelerare gli investimenti e uniformare i processi. La seconda è l’integrazione di rete: gruppi come Aena, Vinci o Mundys potrebbero realizzare economie di scala in acquisti, tecnologie e rapporti con i vettori, incidendo su costi e qualità dei servizi. La terza è la connettività: l’apertura di nuove basi e rotte, comprese quelle intercontinentali, amplia il bacino di domanda e rende più stabili i ricavi non aviation, influenzando i parametri di valutazione dell’assetto.
Per gli operatori della logistica e del trasporto merci, il potenziamento di Catania come hub della Sicilia orientale apre nuove opportunità nel settore cargo e nei servizi di ultima tratta legati al commercio elettronico. L’aumento della capacità di pista e di piazzale, unito alla piattaforma logistica di Comiso, può attrarre flussi a temperatura controllata e spedizioni a rapido transito, in connessione con la rete portuale e interportuale regionale.




















































