I nuovi cronotachigrafi digitali smart di seconda generazione, obbligatori per il trasporto internazionale su strada secondo le recenti normative europee, rappresentano un passo avanti nella digitalizzazione e nella trasparenza del settore. Tuttavia, secondo le segnalazioni raccolte dall’associazione rumena Untrr e da esperti come la società polacca Inelo – specializzata in soluzioni software per l’ispezione nel trasporto su strada – il loro impiego starebbe generando disagi ad alcuni autotrasportatori.
Tra i problemi più frequenti segnalati all’associazione c’è la registrazione errata dei tempi di guida sul cronotachigrafo e sulla relativa carta del conducente, con il rischio di sanzioni amministrative, anche in assenza di reali violazioni. Secondo Inelo, in alcuni casi i dispositivi avrebbero persino riportato percorrenze continue di oltre venti ore, nonostante i conducenti abbiano dichiarato di rispettare i tempi di guida e riposo stabiliti dalla normativa.
Un altro malfunzionamento critico riguarderebbe l’espulsione automatica e imprevista della carta durante la marcia, che provoca l’apparizione del messaggio “ultima sessione con card non chiusa correttamente”. Ciò comporta una mancata sincronizzazione tra i dati salvati nel cronotachigrafo e quelli contenuti nella carta, con conseguenze dirette sulla retribuzione dei conducenti e sulla documentazione da presentare in caso di controlli. In tali situazioni, gli esperti raccomandano ai conducenti di stampare immediatamente i dati del cronotachigrafo e avvisare la sede aziendale, annotando con precisione l’accaduto. Solo così è possibile dimostrare la correttezza delle attività svolte ed evitare sanzioni o contestazioni in fase di ispezione.
Non mancano inoltre problemi legati al sistema di localizzazione Gnss, che in molti casi segnala l’assenza di segnale. Sebbene la perdita temporanea della localizzazione sia comprensibile in aree come tunnel o centri urbani con visibilità limitata, una frequenza elevata del fenomeno richiede l’intervento di centri specializzati, poiché potrebbe trattarsi di una scorretta installazione del dispositivo o di interferenze causate da altri apparecchi, come trasmettitori FM. La perdita del segnale può anche causare errate segnalazioni di attraversamento di frontiera, in particolare in zone montane o lungo le coste, dove la copertura satellitare risulta più debole.
A complicare ulteriormente il quadro, Untrr sostiene la mancanza di compatibilità dei nuovi cronotachigrafi smart di seconda generazione con le versioni precedenti dei card, come G1 e G2V1. Queste ultime non sarebbero in grado di memorizzare correttamente le frontiere attraversate automaticamente dal dispositivo, rendendo necessaria, durante le ispezioni, la lettura manuale dei dati del veicolo precedentemente utilizzato per ricostruire i tragitti effettuati. Infine, con l’entrata in vigore dell’obbligo di controllare le attività dei conducenti nei 56 giorni precedenti, l’associazione aggiunge che la capacità limitata di memorizzazione delle carte più vecchie rappresenta un’ulteriore criticità operativa.
Untrr sostiene che le difficoltà segnalate rischiano di colpire in modo sproporzionato soprattutto le piccole e medie imprese di autotrasporto, meno strutturate per affrontare problemi tecnici complessi e per gestire tempestivamente la documentazione richiesta in fase di ispezione. L’associazione quindi chiede Autorità competenti d’intervenire per chiarire le responsabilità, aggiornare i sistemi e assicurare un'applicazione equa delle normative, affinché l’obiettivo di maggiore sicurezza e trasparenza non si traduca in un ostacolo burocratico e tecnico per l’intero settore.

































































