Con l'aumento di capitale deciso il 18 febbraio dal CdA del Gruppo PSA, la famiglia Peugeot perde il controllo della società automobilistica, scendendo dal 25,4% al 14% del capitale e perdendo il doppio diritto di voto. Quindi, si trova allo stesso livello dei due nuovi soci, lo Stato francese e il costruttore cinese Dongfeng, che versano 800 milioni di euro ciascuno per rifinanziare la Casa fondata nel 1810 e che nel tempo aveva assorbito la rivale Citroën. La cessione non è avvenuta però in modo incruento: la decisione di ricapitalizzare con i cinesi ha spaccato la famiglia Peugeot: Thierry voleva resistere, mentre Robert voleva cedere. Ha vinto il secondo, appoggiato anche dalle banche e dallo Stato francese.
La scelta della cinese Dongfeng non ha sorpreso, perché la sua collaborazione con PSA è iniziata fin dagli anni Novanta per il mercato asiatico e nel 2013 hanno prodotto insieme 557mila autoveicoli. Presentando l'accordo – che sarà firmato il prossimo marzo – PSA ha dichiarato che ha l'obiettivo di superare nel 2016 la soglia del milione di autoveicoli e che investirà in Francia un miliardo e mezzo di euro. Inoltre, sarebbe allo studio la realizzazione di una fabbrica per veicoli commerciali nell'Europa orientale.
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