Nell'incontro di oggi, il nuovo presidente dei porti italiani ha chiesto al direttivo dell'associazione due mesi di tempo per preparare una proposta complessiva per la politica portuale e logistica. Secondo Monti, è necessaria una svolta perché sono in atto "mutamenti traumatici" nelle geografia e nelle caratteristiche dei traffici marittimi mondiali che "rendono indispensabile una rivisitazione complessiva delle norme, della governance e delle metodologie operative che caratterizzano da decenni la portualità italiana".
Il nuovo presidente ha indicato cinque punti di discussione per le prossime azioni di Assoporti: ruolo delle Autorità Portuali nei rapporti con lo Stato ed il mercato; autonomia delle autorità portuali attraverso nuove formule di finanziamento; rivoluzione burocratica, attraverso una totale riscrittura della governance degli Enti; gestione integrata dei territori per lo sfruttamento di ogni opportunità di sviluppo logistico e produttivo; alleanze funzionali con gli altri soggetti della logistica e del trasporto, sulle filiere dei passeggeri e delle merci.
"I tempi di decisione e di scelta ai quali eravamo abituati non sono più compatibili con le rapidissime trasformazioni in atto nel mercato globale", ha spiegato Monti. "I porti che operano sulla linea del fronte dell'interscambio mondiale sono quindi chiamati a decisioni, sino a ieri impensabili per un paese come il nostro abituato a mediare anche il suo destino. Decisioni che richiedono immaginazione, innovazione, progettualità, capacità di imporre il cambiamento e rispetto alle quali non esiste alternativa, se non quella di una progressiva emarginazione e un declino, con conseguenze devastanti per tutta l'economia italiana".
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