Il finanziamento di otto milioni di euro previsto e non approvato dall'Assemblea Regionale era un contributo fondamentale per la realizzazione dell'Interporto di Catania. La bocciatura è provocata dal voto contrario all'articolo 19 della Finanziaria, quello che prevedeva il finanziamento, anche da parte di membri della maggioranza, che chiedono chiarezza sulla destinazione dei fondi. Infatti, la Società Interporti Siciliani ha un debito di 2,5 milioni di euro, ancor prima che la struttura sia diventata operativa (ora è attiva solamente un'area di sosta). Quindi, secondo l'opposizione, una parte rilevante dei fondi andrebbe a copertura dell'indebitamento.
I contrari chiedono anche maggiore chiarezza su come sono stati usate le risorse già assegnate, per valutare se vi siano state infiltrazioni mafiose. Timore condiviso anche da Nello Mosumeci, presidente della Commissione Antimafia della regione, che ha chiarito che comunque "Bisogna distinguere tra il comportamento della società di gestione e gli obiettivi infrastrutturali". Quindi, prosegue Mosumeci, "Il Governo regionale deve fare piena luce sulla questione" tramite un Tavolo che comprenda anche il ministero dei Trasporti.
A luglio è terminata la gara per la gestione del polo logistico dell'Interporto di Catania, che è nell'ultima fase di completamento, per un importo totale di 34 milioni di euro. È giunta un'unica offerta della società Tecnis, ma il futuro della struttura è a rischio, perché la Società Interporti (di cui la stessa Regione è socio di maggioranza) afferma che senza il finanziamento regionale non giungerebbero neppure i 180 milioni stanziati dal Cipe.
La Società Interporti dovrebbe realizzare anche l'Interporto di Termini Imerese, alle porte di Palermo, che è programmato fin dagli anni Ottanta e che è una delle opere che dovrebbe sostituire la fabbrica Fiat, chiusa ormai da tempo. Esiste anche una banchina, che in passato è stata usata per le autostrade del mare, ora inutilizzata perché sprofondata in mare. Per l'interporto sono stati fatti solamente gli espropri e non si vedono all'orizzonte fondi per realizzare l'opera.
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